La dittatura del Duce e del Partito Nazionale Fascista
Politica interna, esterna, economica e propaganda fascista. (2 pagine formato doc)
Fra il 1925 e il 1926 l’Italia si trasformò in uno Stato governato dalla dittatura del Duce e del Partito fascista.
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1927 viene approvata la Carta del Lavoro la quale proponeva una rivoluzione instaurando il sistema corporativo che sostituiva la funzione dei sindacati: le corporazioni erano associazioni che riunivano imprenditori e lavoratori per l’organizzazione della produzione e delle imprese.
RELAZIONE SULLA VITA DEL DUCE (Clicca qui >>)
La politica economica che intraprese dal ministro delle finanze Alberto De Stefani, era di chiara ispirazione liberista e pertanto prevedeva un contenimento dei salari e una riduzione del personale statale si innescò un processo inflazionistico. La gestione liberista venne quindi abbandonata e si intraprese una politica economica caratterizzata dall’interventismo statale.
AVVENTO, AFFERMAZIONE E CADUTA DEL FASCISMO (Clicca qui >>)
Per quanto riguarda la dimensione finanziaria, lo scopo di Mussolini era di rafforzare la lira aumentandone quindi il valore di scambio. Intraprese perciò una politica deflazionistica che consisteva nel ridurre il credito e la moneta circolante si ottenne così un ribasso dei prezzi e lo scopo venne raggiunto. Venne inoltre attivata una politica protezionistica: aumento dei dazi, controllo e limitazione delle merci in entrata.
Con le leggi fascistissime, il Parlamento perse la funzione legislativa 1939 la Camera dei Deputati viene sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, i cui membri erano nominato dal Partito fascista.RICERCA SULL'ITALIA E IL DUCE (Clicca qui >>)
1927 viene approvata la Carta del Lavoro la quale proponeva una rivoluzione instaurando il sistema corporativo che sostituiva la funzione dei sindacati: le corporazioni erano associazioni che riunivano imprenditori e lavoratori per l’organizzazione della produzione e delle imprese.
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La politica economica che intraprese dal ministro delle finanze Alberto De Stefani, era di chiara ispirazione liberista e pertanto prevedeva un contenimento dei salari e una riduzione del personale statale si innescò un processo inflazionistico. La gestione liberista venne quindi abbandonata e si intraprese una politica economica caratterizzata dall’interventismo statale.
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Per quanto riguarda la dimensione finanziaria, lo scopo di Mussolini era di rafforzare la lira aumentandone quindi il valore di scambio. Intraprese perciò una politica deflazionistica che consisteva nel ridurre il credito e la moneta circolante si ottenne così un ribasso dei prezzi e lo scopo venne raggiunto. Venne inoltre attivata una politica protezionistica: aumento dei dazi, controllo e limitazione delle merci in entrata.