Età dei comuni: riassunto

il sorgere delle autonomie comunali, l'età dei comuni, il comune dei consoli, i problemi del comune e il governo del podestà, le repubbliche mercantili, lo scontro tra comuni e l'impero, la crisi del 300. Riassunto sull'età dei comuni (3 pagine formato docx)

Appunto di sharongualtieri

ETA' DEI COMUNI RIASSUNTO - L’ETA’ DEI COMUNI: CRISI E APOGEO.

1.    Il sorgere delle autonomie comunali. La rinascita dopo l’anno Mille ha portato alla formazione di città al quale all’interno vengono messi in discussione i ceti, l’amministrazione pubblica (istituzioni). Così si sviluppano istituzioni autonome chiamate COMUNI nelle quali i cittadini eleggono i propri rappresentanti.
Nell’Italia settentrionale le lotte tra papato e impero favoriscono la formazione dell’AUTONOMIA e Milano è una delle prime città ad autogovernarsi. Nell’Italia meridionale invece lo sviluppo delle città è limitato dal potere regio: la monarchia normanna impone il permanere di strutture feudali.
Ma la maggior parte delle città europee viene controllata ancora dai sovrani.
Le città anseatiche (dell’europa settentrionale) si governano dovendo lealtà all’imperatore, si formano così le alleanze commerciali  che col tempo costituiscono la mutua assistenza che permette loro di raggiungere il monopolio. Verso la fine del 12 secolo si forma la lega anseatica che segue scopi mercantili.

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L'ETA' DEI COMUNI RIASSUNTO - 2.    L’età dei comuni. Il comune si forma quindi dal 1080 e che costruisce un corpo politico unitario.
I comuni raggiungono l’autonomia dopo lunghe lotte politiche  e i comuni come Milano, Firenze, Pisa Genova e Bologna spesso si fronteggiano combattendo le truppe imperiali.
L’abbondante popolazione di alcuni comuni porta alla creazione degli organismi territoriali nei quali il comune può dominare su quelli più piccoli nell’area circostante ( contado).
Gli abitanti del contado non hanno gli stessi diritti dei cittadini, ma hanno solo la cittadinanza.
Nell’evoluzione dei comuni possiamo trovare tre fasi:
1)    Consolare (più antica)
2)    Podestarile (comune guidato dal podestà)
3)    Popolare (o delle corporazioni)
3.    Il comune dei consoli

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NASCITA DEI COMUNI RIASSUNTO - All’origine dei comuni si trovano spesso le carte di franchigia ovvero i documenti che attestano la liberazione da tutti gli obblighi feudali. Così si instituiscono le magistrature per il governo del territorio. I magistrati in Italia vengono chiamati consoli  (in Europa scabini o balivi) ed emanano le ordinanze, riscuotono i tributi, controllano l’ordine pubblico e amministrano la giustizia;  sono affiancati da un’assemblea rappresentativa chiamata arengo (eletta dai cittadini) che nomina un consiglio dei cittadini (emana leggi e i giudici).
Nei consigli più ristretti vengono sorteggiati dei cittadini che prendono le loro decisioni segrete.
Così si creano gli uffici e le magistrature per la sanità, per la scuola e per i commerci gestite da persone facoltose che però danno problemi non lavorando sempre. Così vengono incaricati i membri delle famiglie più ricche.

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L'ETA' DEI COMUNI RIASSUNTO - 4.    I problemi del comune e il governo del podestà: queste istituzioni però non riescono a controllare tutte le fazioni dei cittadini, infatti sono presenti vari ceti sociali, come:
1)    I magnati nobiltà famiglie mercantili
2)    Il popolo grasso ricchi borghesi
3)    Il popolo minuto  artigiani e commercianti
4)    Operai, immigrati e  lavorati a giornata (esclusi dalla rappresentanza politica)
Lo scontro politico fra i ceti è forte poiché chi governa la città decide la ripartizione delle tasse.
Inizialmente governeranno i nobili, dopo il popolo grasso e dopo quello minuto.
Il comune garantisce a tutti la partecipazione politica tranne che alle donne, agli immigrati, ai poveri, abitanti del contado e lavoratori salariati.
Per lo scontro tra pontefice e imperatore il popolo si divide ancora in guelfi e ghibellini per motivi politici. In seguito ci saranno anche diversi scontri militari tra questi due schieramenti.
I guelfi si divideranno ancora in bianchi e neri e quelli sconfitti dovranno essere esiliati, proprio come Dante Alighieri.