L'europa delle classi e delle nazioni
Dal congresso di Vienna all'unificazione dell'Italia (2 pagine formato doc)
In tutta Europa si voleva chiudere definitivamente la parentesi sulla riforma illuminista e di tornare alla situazione prerivo In tutta Europa si voleva chiudere definitivamente la parentesi sulla riforma illuminista e di tornare alla situazione prerivoluzione.
In questo periodo si tennero a Vienna una serie di riunioni dei principali ministri e principi dei più potenti stati europei, che si impegnarono sulla discussione del nuovo assetto politico che l'Europa avrebbe dovuto assumere, dopo i cambiamenti della rivoluzione francese e delle guerre napoleoniche. I principali stati partecipanti furono l'Inghilterra, la Russia, l'Austria e la Prussia. La Francia, per quanto sconfitta, venne considerata vittima, e non venne quindi esclusa dalla trattative, ma anzi, fu proprio il suo delegato a proporre uno dei criteri sulla riorganizzazione dell'Europa, il principio di legittimità, cioè il ritorno sui troni dei Re legislati da Dio. Quindi secondo tale principio, bisognava azzerare tutte le modifiche apportate da Napoleone e riportare ai trovi i vari sovrani. Formulando questo criterio, il delegato francese, pensò anche all'interesse della Francia, perché con tale principio, per quanto sconfitta, la Francia non subiva nessuna importante mutilazione territoriale: perse tutti i territori conquistati nel periodo della guerra ma non usci umiliata dal congresso. Venne impostato anche il principio di equilibrio, per creare un assetto più stabile e bilanciato dell'Europa, in particolare, intorno alla Francia, al fine di evitare qualsiasi espansione dello stato. Il principio di equilibrio ebbe sempre il sopravvento sul principio di legittimità, tutte le volte che i due entrarono in contatto. Attraverso il congresso di Vienna, che costruì un sistema stabile, si evitarono conflitti e guerre generali fino alla guerra di Crimea. Il sistema dell'ordine viennese era decisamente più violento, oppressivo e rigidamente assolutistico di quello degli uomini del primo ottocento, che si scontrarono continuamente con i vari aspetti dell'ordine. Per i ministri austriaci ogni innovazione politica veniva vista come un attacco al potere reale e doveva quindi essere repressa. Per questo i sovrani di Austria, Russia e Prussia si unirono nella cosiddetta Santa Alleanza, giustificata da Alessandro III come un unione per mantenere il cattolicesimo in tutta europa, mentre, invece si trattava di un alleanza finalizzata a schiacciare ogni mutamento all'interno dell'ordine viennese, cosi come venne rifiutato ogni aspirazione all'unità o all'indipendenza. Nel 1820-21 si verificarono i primi tentativi di discussione dell'ordine viennese; scoppiarono infatti dei moti rivoluzionari, nati in Spagna, dove si erano raccolti i soldati per andare nell'america del sud (che poi però non partirono), gestiti da studenti, intellettuali, alta borghesia, nobiltà e militari, con l'obbiettivo di costringere i sovrani a concedere la costituzione, riferendosi a quella di Napoleone, cercando di limitare il p