La Francia di Enrico IV
Appunti sulla storia della Francia dalla guerra dei tre Enrichi all'Editto di Fontainebleau (1 pagine formato doc)
LA FRANCIA DI ENRICO IV
La Francia dalla "Guerra dei tre Enrichi" a l'Editto di Fontainebleau.
Alla conclusione della guerra dei tre Enrichi, sale al trono di Francia Enrico IV. Questo, per sanare il paese dopo i duri anni di guerra civile e risollevare l’economia, attua una politica prudente, con l’appoggio del suo primo ministri Sully. Enrico si incaricò in particolare delle manifatture tessile che grazie a misure protezionistiche e agli investimenti dello stato nel settore, conobbero un notevole sviluppo. Sully invece si occupò dell’economia agraria. Egli per favorire le attività rurali, alleggerì i carichi fiscali imposti ai contadini, abolendo il sequestro degli attrezzi di lavoro ai contadini indebitati e proibendo ai nobili di cacciare i contadini dai loro campi coltivati, applicando inoltre una politica fiscale che gravasse maggiormente sui più abbienti. Durante il periodo di pace del regno di Enrico IV, si diffuse la pratica della venalità delle cariche. Mentre infatti e consiglieri regi e gli intendenti erano nominati dal re a da questo potevano essere rimossi, l’incarico di parlamentare e di molti ufficiali minori poteva essere acquistato. Capitava cosi che gli uffici pubblici venivano spesso venduti al miglior offerente, in modo da riempire le casse dello stato. L’acquisto di un ufficio pubblico era molto ambito anche perché questo assicurava il passaggio alla nobiltà di rango. Di fianco alla nobiltà tradizionale, detta nobiltà di spada (poiché la si faceva discendere dai cavalieri medioevali), venne quindi a formarsi una nuova nobiltà detta di toga. In seguito, nel 1604, venne introdotta un’imposta detta Paulette (da Paulet, l’ideatore) che consisteva nel versamento di un sessantesimo del valore annuale della carica, in cambio della designa di un successore a tale carica. In questo modo molti uffici pubblichi davvero monopolio di una sola dinasti familiare e la nobiltà di toga divenne molto fedele alla corona, proprio perché le sue fortune economiche e politiche dipendevano dalla monarchia.Monarchie e Stati regionali
LUIGI XIII DI FRANCIA
Nel 1610 Enrico IV venne assassinato da un fanatico cattolico e il regno viene posto nelle mani di Maria de’ Medici, madre del successore Luigi XIII, ancora bambino. La politica di Maria de’ Medici suscito malcontento nel paese poiché si circondò di consiglieri di origine spagnola o italiana, come il primo ministro Concino de’ Concini, a svantaggio della nobiltà francese, ed inoltre assunse una posizione filospagnola in politica estera che subordinava la Francia alla Spagna cattolica, minaccia per i protestanti a cui erano stati garantiti i diritti con l’Editto di Nantes. In seguito all’opposizione di tutto il paese, Maria, nel 1614 è costretta a convocare gli Stati generali, l’assemblea composta dal clero, dalla nobiltà e dal terzo stato (designati dalle città e dai ceti commerciali)chiamata per la prima volta nel 1304 da Filippo il Bello che verrà riconvocata solo nel 1789 con la Rivoluzione francese. L’assemblea però fallisce per i contrasti tra i rappresentati dei vari gruppi ed in particolare per gli scontri tra la vecchia nobiltà e la nobiltà di toga: la prima voleva l’abolizione delle cariche venali, la seconda l’abolizione delle tasse che la monarchia pagava alla nobiltà. La svolta si ebbe nel 1624, quando Luigi XII, ormai maggiorenne, fece assassinare il primo ministro e affidò il nuovo governo all’ecclesiastico Richelieu. La politica di Richelieu era volta in due direzione: da una arte rafforzare il potere regio, e dall’altra contrastare i disegni egemonici della Spagna. Per quanto riguarda il primo obbiettivo, Richelieu cercò di contrastare la nobiltà di spada in favore di quella di toga, molto più fedele al re e meno pretenziosa. Inoltre cercò di risolvere la questione degli ugonotti che con le loro piazze di sicurezza, costituivano una sorta di corpo separato all’interno del regno, minacciando la corona.