Giolitti e la crisi di fine '800
Riassunto su Giolitti e l'Italia alla fine dell'800 (8 pagine formato doc)
1874 – “non expedit” – i cattolici non possono fare politica
Alla fine dell’Ottocento l’Italia fu investita da una crisi di carattere :
• Politico, perché né la monarchia, né il parlamento, erano riusciti ad assicurare una crescita dl paese
• Sociale, perché il tenore di vita delle massa popolari non era migliorato
• Istituzionale, perché le strutture dello Stato erano corrotte (es.
la Banca Romana
1893 - Scandalo della Banca Romana: per finanziare alcuni politici corrotti la Banca Romana aveva emesso molto denaro in più di quanto fosse autorizzata, falsificando i bilanci – Capo del Governo Giolitti
Giolitti (ex ministro di Crispi) fu travolto dalla scandalo.
Tornò al potere Crispi che riprese la politica coloniale in Africa
1896 – dopo la sconfitta di Adua (15.000 soldati italiani furono annientati), Crispi si dimise definitivamente.
Tornò al potere la Destra con Antonio Rudini, che si pose a favore della piccola-media industria, penalizzata dalla politica economica di Crispi.
Milano stava diventando la “capitale morale” dell’Italia industrializzata, moderna e democratica.
1898 – Moti di Milano
A causa del rincaro del prezzo del pane in seguito allo scarso raccolto, scoppiarono disordini in tutta Italia ma soprattutto a Milano dove si verificarono violente manifestazioni contro il Re, il Governo ed il Parlamento.
A differenza delle manifestazioni dei decenni precedenti, a queste parteciparono anche impiegati ed intellettuali.
Il Governo proclamò lo stato di assedio e le truppe, comandate dal gen. Beccaris, aprirono il fuoco sui manifestanti uccidendo circa 100 persone.
Il Re Umberto I conferì un’onorificenza al gen. Beccaris che aveva ordinato la strage.