Guerra civile e la crisi della Repubblica romana: riassunto

Riassunto sulla guerra civile e sulla crisi della Repubblica romana nel II° secolo a. C. (2 pagine formato docx)

Appunto di auroralovelydoll

GUERRA CIVILE E LA CRISI DELLA REPUBBLICA ROMANA: RIASSUNTO

Guerra civile e Repubblica romana in crisi.

Verso la metà del II secolo a. C. Roma si trovata in una posizione bloccata perché la nobiltà difendeva solo i propri privilegi e non voleva affrontare il problema della distribuzione dell’agro pubblico ai contadini. Il ceto senatorio mostrava un’incapacità di rinnovamento.
All’interno dell’oligarchia c’era una lotta tra fazioni di nobili: da una parte gli Ottimani, cioè i membri della nobiltà senatoria conservatrice e dall’altra i Popolari, ovvero la minoranza riformista.
Il proletario urbano si divideva tra questi due secondo i rapporti di clientela.
C’erano due fratelli, Tiberio e Gaio Gracco (la loro madre era figlia di Scipione l’Africano).
Erano due aristocratici riformatori.
Compresero che l’immiserimento dei piccoli proprietari terrieri espropriati della terra poteva compromettere il funzionamento dell’esercito; bisognava quindi attuare una riforma agraria e mettere mano alla distribuzione dell’agro pubblico assegnandolo ai contadini o al proletario urbano suddividendolo.
Tiberio si fece eleggere nel 133 a. C. tribuno della plebe, così avrebbe potuto far approvare le leggi a cui il senato non aveva il potere di opporsi. Propose così una legge agraria che prevedeva che chi possedeva più terre doveva restituirle allo stato che le avrebbe ridistribuite alla plebe; la legge fissava anche una distinzione fra proprietà dell’agro pubblico, che rimaneva statale, e usufrutto, che poteva essere concesso ai privati.

Guerre civili romane: riassunto


LA CRISI DELLA REPUBBLICA: RIASSUNTO

Questo toccava molto i senatori che si opposero, cercando di bloccare la legge.
Poi Tiberio propose che il tesoro lasciato a Roma dal re Attalo III venisse utilizzato per finanziare l’avvio delle coltivazioni. L’anno seguente ripresentò la sua candidatura ma venne accusato di voler instaurare un potere personale e venne ucciso.
Nel 123 a. C. fu eletto Gaio Gracco che, a differenza del fratello voleva assicurarsi più alleanze politiche e così, con una legge aprì ai cavalieri l’accesso al tribunale.
Fece passare anche una legge frumentaria che prevedeva la vendita di grano a prezzi controllati, e tentò di affrontare il problema della concessione della cittadinanza romana agli italici.
Poi venne rieletto tribuno nel 122 a. C. e riprese il progetto di riforma agraria. Riuscì a presentare anche l’estensione della cittadinanza agli italici, ma la nobiltà senatoria presentò l’estensione della cittadinanza come un danno e senza più nessun sostegno scoppiarono violenti disordini dove Gaio si fece uccidere da un suo servo.
Nel 107 a. C. i Popolari fecero eleggere Caio Mario. Veniva definito un uomo “nuovo” perché era il primo della sua famiglia a entrare al consolato.
Aprì il servizio militare per tutti i volontari così si sarebbe creato il primo esercito professionale con soldati regolarmente pagati.
Nel 104 a. C. fu rieletto console e sconfisse: i Teutoni nel 102 a. C. ed i Cibri nel 101 a. C.