Federico Barbarossa, Innocenzo III e Federico II: riassunto
Riassunto dettagliato sulle imprese di Federico Barbarossa, Innocenzo III e Federico II di Svevia (18 pagine formato doc)
FEDERICO BARBAROSSA, INNOCENZO III E FEDERICO II
Federico Barbarossa e Innocenzo III.
1. Federico Barbarossa entra in conflitto con i ComuniSottotitolo: La dinastia sveva pone fine alle lotte per la successione e assume il controllo dell'impero
Nel corso del XII secolo vennero a maturazione due conflitti che si incrociarono e si sovrapposero: quello tra la sovranità dell'imperatore e i più importanti Comuni italiani - che rivendicavano maggiore autonomia e la possibilità di espandersi nel contado - e quello (non nuovo) fra papato e impero per il primato sul mondo cristiano, che aveva già animato il lungo scontro per le investiture (vedi pagina 38).
INNOCENZO 3 RIASSUNTO BREVE
La nascita e il vigoroso sviluppo dell'esperienza comunale era stata resa possibile dalla lontananza del potere centrale, cioè dell'imperatore (l'Italia centro-settentrionale infatti faceva formalmente parte dell'impero), e dal fatto che per un lungo periodo i conflitti interni alla Germania avevano determinato un vuoto di potere in Italia. Si è già visto nell'unità 1 (vedi pagina 34) come Enrico II, ultimo imperatore della dinastia di Sassonia, avesse dovuto reprimere la ribellione di Pavia e come il controllo del territorio del Regno d'Italia fosse precario.
I successori di Enrico II (Corrado II il Salico, Enrico III, Enrico IV e Enrico V) alternarono la lotta contro le tendenze centrifughe della grande feudalità tedesca alla riaffermazione dell'autorità imperiale in Italia.Dopo la morte di Enrico V, avvenuta nel 1125, per circa 25 anni l'impero fu scosso da violente lotte per la successione che culminarono nella contrapposizione fra i sostenitori della casata di Svevia, che presero il nome di ghibellini (dal nome del castello di Weiblingen), e i partigiani della casata di Baviera, che assunsero il nome di guelfi (da Welf, nome tradizionale della casata). I due termini sarebbero stati poi utilizzati anche in Italia per indicare, negli scontri tra i vari gruppi sociali all'interno delle città, i sostenitori dell'imperatore (ghibellini) e quelli del papa (guelfi).
Federico II e Innocenzo III: riassunto
FEDERICO II DI SVEVIA
Nel 1152 il lungo conflitto interno ebbe termine con l'ascesa al trono imperiale di Federico I di Hohenstaufen (1152-90), detto il Barbarossa, un membro della casata di Svevia, che però era anche imparentato con i duchi di Baviera. Conquistato il trono, Federico realizzò la riconciliazione fra le due fazioni in competizione concedendo al suo principale antagonista, Enrico il Leone, la possibilità di congiungere la Baviera alla Sassonia e assicurandosene, così, l'appoggio. Enrico agì quasi come un sovrano indipendente nella Germania settentrionale, concedendo facilitazioni e privilegi alle città più dinamiche dell'area e riprendendo la lotta contro le popolazioni slave dell'Est, di cui portò a termine la sottomissione e la cristianizzazione.
Il progetto politico di Federico prevedeva da una parte il rafforzamento dell'autorità imperiale in Germania, dall'altra il ristabilimento della sua supremazia sull'Italia settentrionale (dove in quegli anni le nuove istituzioni comunali avevano accresciuto i loro poteri) e sul papato e infine la riconquista del Meridione della Penisola mancata dagli Ottoni (vedi pagina 34). In Italia i Comuni cercavano sempre più spesso di rendersi autonomi dall'imperatore e l'esperienza comunale aveva fatto la sua apparizione perfino a Roma, dove nel 1145 si era formato un governo autonomo rispetto al papa, sotto la guida di Arnaldo da Brescia, secondo il quale la Chiesa doveva tornare alla povertà e alla purezza dell'epoca degli Apostoli e non doveva avere potere politico; lo stesso pontefice Eugenio III era stato costretto ad abbandonare la città.
Papa Innocenzo III: riassunto
FEDERICO BARBAROSSA: RIASSUNTO
Nel 1154 Federico si accingeva alla sua prima discesa in Italia, richiesta da diverse parti: il papa, privato del suo secolare potere a Roma; i piccoli Comuni come Lodi, Como e Pavia, che temevano di cadere sotto il dominio di Milano; alcuni signori feudali in difficoltà nel contenere l'espansione delle nuove realtà politiche urbane.
Sottotitolo: Federico si scontra con Milano e i Comuni del Nord e riafferma la sua autorità
Fattosi incoronare re d'Italia a Pavia, l'imperatore si recò a Roma, dove si schierò dalla parte del papato, catturò Arnaldo da Brescia e lo consegnò al nuovo pontefice Adriano IV, che lo fece condannare al rogo come eretico per aver predicato contro il potere temporale della Chiesa. In cambio dell'appoggio dato al papa questi nel 1155 incoronò imperatore Federico, che a quel punto avrebbe voluto proseguire la sua discesa nel Sud dell'Italia per sottrarlo ai normanni (vedi pagina 30), ma fu costretto a tornare in Germania per sedare contrasti tra i grandi feudatari. Qui cercò anche di mettere in funzione una rete di amministratori, i ministeriali, nominati direttamente da lui e a lui fedeli, in modo da non dover dipendere sempre dall'obbedienza poco sicura dei feudatari.
L'accordo fra papato e impero era, tuttavia, fragile perché il conflitto ideologico fra i sostenitori della teocrazia (g) papale e i sostenitori della supremazia imperiale diveniva sempre più aspro. Dopo pochi anni, difatti, il papa strinse nuovi accordi con i normanni e i rapporti fra le due massime istituzioni universalistiche si complicarono...
La ripresa del conflitto fra i Comuni e l'Impero di Federico II di Svevia
Sottotitolo: Federico II combatte ogni pretesa particolaristica e crea in Sicilia un governo centralizzato
In Germania, il breve regno di Enrico VI durò sette anni circa - dal 1190 al 1197 - e fu caratterizzato dal tentativo, in buona parte fallito, di affidare il controllo delle terre imperiali in Italia a signori tedeschi e da una breve espansione territoriale a Cipro e in Armenia. Alla sua morte egli lasciava la sua eredità a un figlio di soli tre anni, Federico II (1194-1250): i territori del suo regno si estendevano dalla Germania settentrionale all'Italia meridionale, separati al centro della Penisola dallo Stato della Chiesa.