italia umbertina

L'italia umbertina del 1861 (1 pagine formato doc)

Appunto di lalababa
L'Italia umbertina L'ITALIA UMBERTINA La Destra storica,continuatrice della politica liberale di Cavour,aveva governato l'Italia fino dal 1861.
Preoccupata di pagare i debiti contratti con le banche durante il Risorgi­mento,essa aveva imposto al paese una severa politica fi­scale che aveva impoverito tutte le classi sociali impedendo la formazione di una massa di consumatori e danneggiando l'industria.Riguardo al dibattito protezionismo/liberismo, la De­stra aveva adottato il liberismo cavouriano che,nelle condi­zioni italiane di quel periodo,favoriva solo le colture specia­lizzate delle aziende agricole settentrionali e aggravava i pro­blemi della produzione industriale.Queste scelte impopola­ri,nel 1876,indussero il re ad affidare,senza indire nuove elezioni,il governo ad Agostino Depretis,leader della Sinistra storica.Poco dopo Vittorio Emanuele II moriva e saliva al tro­no suo figlio Umberto I che regnò dal 1878 al 1900 dando a questo periodo il nome di Età umbertina. II governo Depretis propagandava un programma innovati­vo che fu attuato solo in parte:abolì la tassa sul macinato,varò una Legge elettorale che ampliò,ma di poco,il diritto di voto ed emanò la Legge Coppino,che rendeva obbligatoria la frequenza della prima e della seconda classe elementare,ma che rimase sulla carta.
Per assicurarsi una larga base parlamentare,Depretis inaugurò la nefanda prassi del trasformismo che,oltre ad annullare le differenze tra Destra e Sinistra, incoraggiò le operazioni di sot­togoverno e la corruzione.L'inchiesta Jacini,da lui promossa per accertare lo stato del­le campagne e le condizioni di vita della popolazione agrico­la,fece emergere uno spaccato allarmante di vita italiana,men­tre l'inchiesta Franchetti-Sonnino rivelava il potere della mafia a Palermo. Particolare debolezza il governo dimostrò in occasione della grande crisi agraria seguita alla depressione internazionale del 1873-1896.Pressato dai produttori di cereali del Nord e del Sud,che avevano costituito un vero e proprio partito de­gli agrari e reclamavano l'imposizione di un dazio sul grano estero,Depretis passò dal liberismo al protezionismo.Esso favorì agrari e industriali,ma rovinò gli agricoltori meridiona­li più innovativi che avevano reagito alla crisi convertendo i campi di grano in aranceti, vigneti e uliveti. Inoltre ebbe l'ef­fetto di rincarare il prezzo del pane.Le intense lotte sociali di questo periodo trovarono un cen­tro organizzativo nel Partito socialista italiano,fondato da Fi­lippo Turati,i cui princìpi basilari erano il rifiuto dell'anarchia e la priorità delle lotte economiche,che dovevano essere col­legate alle lotte politiche per ottenere la fine della proprietà pri­vata. Anche il cattolicesimo fu sensibile alle tematiche sociali:Leo­ne XIII emanò l'enciclica Rerum Novarum,nella quale,compiendo una notevole svolta rispetto al pontificato di Pio IX,in­dicava i doveri dei lavoratori ma anche i loro diritti a una "giusta mercede".L'istituzione di associazioni cattoli