Macedonia e Alessandro Magno: riassunto

Riassunto della storia di Alessandro Magno e dell'Impero di Macedonia: storia della prima fase della sua epopea

Macedonia e Alessandro Magno: riassunto
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La Macedonia e Alessandro Magno

Alessandro Magno
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Nella Macedonia del V secolo il potere era in mano alle famiglie più aristocratiche, che eleggevano il re che però non aveva molti poteri ma era più un re-condottiero ossia il guerriero più valoroso.

I Macedoni pur essendo in parte di stirpe greca non erano ben visti dai greci che li consideravano semi-barbari ma lentamente però essi si aprirono al mondo greco e ne assimilarono le credenze eculture e alla fine V secolo a.c. il re Archelao fece di Pella la capitale. I Macedoni però a differenza della Grecia si basarono su una politica del tutto diversa infatti accentrarono i poteri creando uno stato unitario e tutto questo processo avvenne sotto il regno di Filippo II.

Filippo II salì al trono nel 359 a.c. tre anni dopo la battaglia di Mantinea e sotto la sua guida si creò uno stato potente e unitario.

Egli inoltre fece numerose riforme, tra cui la più importante è quello dell'esercito: praticamente egli fornì al suo esercito della lance assai più lunghe, le sarisse, in modo da formare un muro di punte acuminate frontalmente nelle prime file e obliquamente nelle ultime e questa falange macedone creava scompiglio nelle file avversarie.

Filippo cercava di entrare in Grecia senza apparire uno straniero oppresso e l'occasione quando scoppiò un conflitto tra Tebe e i focesi, egli scese in campo affianco a Tebe e nel 352 a.c., vinse i focesi e intanto dilagò nella Tracia e si assicurò le ricche miniere d'oro. Intanto ad Atene in vista all'imminente pericolo si formarono due partiti: uno filomacedone e uno antimacedone.

Il primo riteneva utile stringere un'alleanza con i macedoni in funzione antipersiana, invece a opporsi era il secondo partito, che riteneva che se Atene si fosse alleata con la Macedonia, avrebbe perso la propria libertà.

Inizialmente prevalse il secondo partito e Atene andò in aiuto della Tracia, ma poi nel 346 a.C. venne stipulata una pace.

Intanto Filippo aveva ancora i possedimenti della tracia e divenne anche capo della lega beotica s'impadronì delle Termopili e di Delfi.

Nel 341 a.C. Filippo assalì Bisanzio e gli ateniesi preoccupati di perdere il Cheroneso strinsero un'alleanza con Tebe e si scontrarono a Cheronea contro i Macedoni, dove però vennero annientati e caddero sotto il dominio Macedone.

Filippo, divenuto sovrano della Grecia, decise di andare in guerra contro i Persiani, loro nemici da sempre. Ma mentre si organizzavano i preparativi Filippo morì assassinato nel 336, e poche ore dopo fu Alessandro che salì al trono a soli vent'anni e la sua personalità fu fuori dal comune. Infatti egli aveva il coraggio in battaglia, la lucidità che aveva nelle sue mosse da condottiero fu eccezionale, il desiderio di elevare se stesso e il proprio potere non si fermò mai e inoltre Alessandro elaborò una visione originale di un impero universale che unisse in un'unica lingua e cultura paesi distanti migliaia di chilometri.

La distruzione di Tebe

Alessandro dimostrò fin da subito la sua determinazione facendo massacrare i pretendenti al trono che tramavano contro di lui, fece reprimere le tentazioni di ribellione da parte di alcune popolazioni della Tracia e mentre era impegnato con essa si sparse la falsa voce che il re era morto per cui i tebani uccise tutti gli ufficiali della Beozia e quando Alessandro ne fu a conoscenza conquistò Tebe e la distrusse completamente, ma si dice che risparmiò solo la casa di Pindaro, in memoria del grande poeta.

E la punizione inflitta a Tebe servì da lezione per tutte le città della Grecia.

Una volta riunita e riappacificata tutta la Grecia, Alessandro volle riprendere il disegno di suo padre della conquista della Persia. Egli sbarcò in Asia minore affiancato da Parmenione, il generale che lo avrebbe accompagnato in tutte le sue imprese, e non appena sbarcato in Asia compì un gesto simbolico: andò a visitare le rovine di Troia.

L'esercito macedone non era numeroso, ma era organizzato perfettamente, al contrario di quello persiano. Lo scontro si tenne sul fiume Granico, che vide la vittoria dei macedoni, e gran parte delle terre della Ionia caddero sotto il suo dominio.

Ma mentre i Macedoni si preparavano a far ritorno, il re persiano Dario III nel 333 a.C. condusse le sue schiere contro i macedoni e dopo una lunga battaglia vinsero ancora una volta i macedoni, Dario riuscì a scappare, ma la famiglia reale cadde nelle mani dei macedoni e oltre a loro anche la Siria e la Fenicia e solo la città di Tiro resistette per circa sette mesi, ma alla fine venne rasa al suolo. Alessandro si diresse poi in Egitto, dove lo accolsero come il liberatore della popolazione.

Qui fondò la prima città che ebbe il suo nome di Alessandria.

Poi nel 331 a.c. riprese la sua spedizione verso Oriente, dove però venne ostacolato ancora una volta da uno schieramento persiano che però vinse vicino al villaggio di Gaugamela e da lì la Mesopotamia sii aprì senza difese ad Alessandro, che con facilità occupò babilonia e conquistò susa e Persepoli la sede della reggia persiana, e da quel momento la guerra con i persiani finì e caddero sotto il dominio macedone.

Egli arrivò nella Battriana, l'odierno Afghanistan settentrionale, dove sposò la figlia del re, Rossana, così da unire i due regni.

I regni ellenistici

Poi marciò verso l'India, ma la spedizione fallì a causa di conflitti tra gli uomini delle truppe. Nel 324 Alessandro era di nuovo a Susa e poi a Babilonia e promosse la sua idea di unificare l'Oriente e l'Occidente per realizzare il suo grande disegno. Avrebbe però prima dovuto distruggere Cartagine, che sarebbe stata l'unica potente città in grado di opporglisi, ma poi nel 323 venne colto da febbri violentissime e morì all'età di ventitré anni.

Alla morte di Alessandro, poiché non aveva eredi che potessero prendere il suo posto, subito si scatenarono della battaglie tra i generali detti diadoghi (successori) per appunto succedergli.

Dopo un tentativo di ribellione delle città greche nel 301 a.C. con la guerra di Ipso il regno si frantumò definitivamente nei regni detti ellenistici. Il regno d'Egitto fu istituito nel 306 a.C. dal generale macedone Tolomeo, che diede vita alla lunga dinastia dei Tolomei.

La capitale venne posta ad Alessandria, che divenne in seguito la maggiore e più ricca metropoli di tutto il Mediterraneo, e in un mausoleo della quale venne posta la salma di Alessandro. Sorse un grande museo e da lì una biblioteca che diede vita a una nuova professione: il bibliotecario filologo, che non solo catalogava i libri ma li analizzava e li commentava.

Il regno di Siria si estendeva dalle coste del mediterraneo fino all'india ed era istituito da Seleuco, uno dei generali di alessandro che diede vita alla dinastia dei seleucidi.

Il problema di questo regno fu la mancata unione tra i diversi popoli alla quale appartenevano a causa delle troppe differenze.

Dal II secolo a.C. subì numerose sconfitte da parte di Roma, finché nel 64 a.C. non cadde definitivamente sotto il dominio romano.
La macedonia venne inizialmente governata da Antipatro, il generale di Alessandro, e poi alla sua morte da Antigono Gonata.

Le città della Grecia continentale goderono per qualche tempo dei loro diritti, ma cominciarono ad avere un declino economico e anche demografico a causa delle continue emigrazioni, finché poi nel 146 a.C. la Grecia cadde definitivamente sotto il dominio romano.

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