Europa del cinquecento: riassunto

Europa del cinquecento: la vendita delle indulgenze, la nuova dottrina di Martin Lutero, la diffusione della Riforma protestante, il progetto di Carlo V e il suo fallimento, il Concilio di Trento e la politica egemonica di Filippo II (2 pagine formato doc)

Appunto di soniabsb

EUROPA DEL CINQUECCENTO RIASSUNTO

Politica e religione nell'Europa del cinquecento (1520-1610). La vendita delle indulgenze. La mancata riforma della chiesa, richiesta a partire dalla fine dello scisma, all'inizio del XV secolo, rese ancora più intollerabile agli occhi di molti fedeli la corruzione del clero.

Erano infatti assai diffuse, nel Quattrocento e agli inizi del Cinquecento, pratiche co¬me l'acquisto dei titoli vescovili, l'attribuzione di alte cariche ecclesiastiche, da parte di papi e vescovi, a parenti (spesso anche a figli illegittimi) e la vendita delle indulgenze.
Fu in particolare quest'ultima prati¬ca, consistente nella possibilità offerta ai fedeli di otte¬nere un'abbreviazione della pena da scontare nel purgatorio in cambio di denaro, a suscitare la prote¬sta del monaco agostiniano tedesco Martin Lutero.

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L'EUROPA NEL 1500: LE 95 TESI DI LUTERO

La nuova dottrina di LuteroLutero, nel 1517, rese pubbliche "95 Tesi" nelle quali non solo contestava il diritto della chiesa di vendere le indulgenze, ma metteva anche in discussione alcuni poteri del papa. Ammonito dalle autorità della chiesa e infine scomunicato nel 1521, Lutero prose¬guì nella sua opera di contestazione della chiesa uffi¬ciale, elaborando una vera e propria nuova dottrina che, pur rimanendo all'interno del cristianesimo, mo¬dificava profondamente molti aspetti dottrinali. In par¬ticolare, Lutero contestava la dottrina cattolica della salvezza, in base alla quale gli uomini possono evita¬ re la dannazione eterna per merito delle proprie ope¬re, oltre che per la grazia divina. Al contrario, secondo Lutero è la sola fede in Dio a garantire la salvezza,poiché le opere umane sono sempre imperfette. A maggior ragione, secondo Lutero, non hanno valore i riti esteriori o le parole pronunciate da un sacerdote. La chiesa, infatti, per Lutero doveva avere solo compiti di tipo educativo, ma non poteva di per sé garantire la salvezza, poiché la fede è un fatto interiore. Di con-seguenza, Lutero sosteneva che i sacerdoti non sono uomini diversi dagli altri, ma che ognuno è in realtà sacerdote di se stesso (dottrina del "sacerdozio uni¬versale") e ha diritto di interpretare autonomamente il testo sacro (dottrina del "libero esame"). Gli stessi sa-cramenti, ridotti a tre, avevano valore, secondo Lutero, solo se accompagnati da un'autentica fede.

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IL 500 STORIA RIASSUNTO: DIFFUSIONE DELLA RIFORMA

La diffusione della Riforma. Di fatto l'insieme delle convinzioni di Lutero com¬portavano la formazione di una chiesa cristiana riformata radicalmente diversa dalla chiesa cattolica. Pertanto si comprende bene perché le autorità ufficiali della chiesa cercarono di reprimere la protesta lutera¬na. Il tentativo di repressione non ebbe però successo e il protestantesimo, nel corso della prima metà del Cinquecento, divenne la religione prevalente in molte regioni d'Europa. I motivi del fallimento della repressione antiprotestan¬te vanno trovati nel sostegno che Lutero ottenne da molti settori della popolazione tedesca, compresi alcu¬ni esponenti dell'alta nobiltà. Anche in altri paesi, co¬me la Svizzera, i Paesi Bassi e i paesi scandinavi, la Riforma, che assunse in qualche caso caratteristiche dottrinarie diverse da quella luterana, potè affermarsi in seguito al sostegno di vasti strati della popolazione.

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CARLO V

II progetto di Cario V e il suo fallimento. La Riforma protestante costituì uno degli ostacoli al progetto di restaurazione del ruolo guida dell'im¬peratore in Europa, portato avanti nella prima metà del Cinquecento da Carlo V d'Asburgo. Carlo, per mo¬tivi dinastici, si ritrovò infatti a ereditare non solo i do¬mini degli Asburgo nell'Europa centro-orientale e il ti¬tolo di imperatore di Germania, ma anche la Spagna, con tutti i relativi possedimenti in Italia (Sicilia, Sardegna, Napoli) e nell'America centro-meridionale, la Borgogna e la Fiandre. Si trattava di un impero tanto vasto quanto diviso al suo interno. Il progetto di ar¬monizzarle e indirizzare tutte queste realtà verso un fine comune fallì non solo per la rivolta dei principi protestanti tedeschi, che rifiutarono l'imposizione for¬zata del cattolicesimo, ma anche per l'opposizione dei re di Francia, che combatterono numerose guerre contro l'esercito imperiale, e degli stessi papi, che te-mevano un potere imperiale troppo forte. Questi ulti¬mi non solo in alcuni casi si opposero con le armi a Carlo V, ma soprattutto resero molto difficile il tentativo dell'imperatore di convocare un concilio gene¬rale della chiesa in grado di fare quella riforma che avrebbe potuto neutralizzare il movimento prote¬stante o, addirittura, riassorbito.