Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi: riassunto
Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi: riassunto del capitolo 7 del testo di Ginsborg (4 pagine formato doc)
STORIA D'ITALIA DAL DOPOGUERRA AD OGGI: RIASSUNTO
Riassunto Capitolo VII – Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi – Ginsborg. Gli anni dal 1950 al 1970 furono un periodo d’oro per il commercio internazionale, un commercio all’interno del quale l’Italia divenne uno dei grandi protagonisti.
Di primaria importanza, in questo senso, deve essere considerata la fine del tradizionale protezionismo italiano, per cui l’industria italiana aveva raggiunto un sufficiente livello di sviluppo tecnologico e una diversificazione produttiva tale da essere capace di reagire alla creazione del Mercato Comune. Sicuramente, sempre in questo senso, contribuì largamente anche il Piano Marshall, che aprì nuovi orizzonti a diverse aziende italiane.
La disponibilità di nuove fonti di energia e la trasformazione dell’industria dell’acciaio, come anche la scoperta del metano di Alessandro Volta e di nuovi idrocarburi, furono un altro grande aiuto per le capacità competitive dell’Italia.
La disponibilità di nuove fonti di energia e la trasformazione dell’industria dell’acciaio, come anche la scoperta del metano di Alessandro Volta e di nuovi idrocarburi, furono un altro grande aiuto per le capacità competitive dell’Italia.
Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi: riassunto capitolo 10
STORIA D'ITALIA DAL DOPOGUERRA AD OGGI GINSBORG RIASSUNTO
La stabilità monetaria, la mancanza di controllo fiscale sul mondo degli affari, il mantenimento di un tasso di sconto favorevole da parte della Banca d’Italia, furono anch’essi tutti elementi che aiutarono a creare le condizioni per l’accumulazione del capitale e il suo successive investimento nell’industria. Tra il 1953 e il 1960, mentre la produzione industriale aumentò man mano, i salari nell’industria diminuirono sensibilmente: è chiaro, dunque, che con un costo più basso, le imprese italiane di presentavano in modo estremamente competitivo sui mercati internazionali.
I prodotti tessili e alimentari cedettero il passo a quei beni di consumo che erano maggiormente richiesti nei vari paesi industriali avanzati e che rispecchiavano un reddito pro capite più elevato di quello italiano. La straordinaria crescita dell’industria elettrodomestica italiana fu una delle espressioni più caratteristiche del “miracolo economico”, tanto che l’Italia, nel giro di pochi anni, divenne la più grande produttrice europea di frigoriferi e lavastoviglie.
Dietro questa trasformazione vi era un gran numero di fattori: l’abilità imprenditoriale dei proprietari delle nuove fabbriche, la loro capacità ad autofinanziarsi, la tenacia nell’utilizzare le nuove tecnologie e nel rinnovare continuamente gli impianti, lo sfruttamento del basso costo del lavoro e l’elevata produttività, l’assenza di una significativa attività ed organizzazione sindacale.
I prodotti tessili e alimentari cedettero il passo a quei beni di consumo che erano maggiormente richiesti nei vari paesi industriali avanzati e che rispecchiavano un reddito pro capite più elevato di quello italiano. La straordinaria crescita dell’industria elettrodomestica italiana fu una delle espressioni più caratteristiche del “miracolo economico”, tanto che l’Italia, nel giro di pochi anni, divenne la più grande produttrice europea di frigoriferi e lavastoviglie.
Dietro questa trasformazione vi era un gran numero di fattori: l’abilità imprenditoriale dei proprietari delle nuove fabbriche, la loro capacità ad autofinanziarsi, la tenacia nell’utilizzare le nuove tecnologie e nel rinnovare continuamente gli impianti, lo sfruttamento del basso costo del lavoro e l’elevata produttività, l’assenza di una significativa attività ed organizzazione sindacale.
Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi: riassunto capitolo 2
L'ITALIA DAL 1945 AD OGGI RIASSUNTO
Un’altra delle principali aree di espansione fu quella delle macchine da scrivere, con alla testa la Olivetti. L’occupazione nell’agricoltura, invece, era scesa notevolmente, e costituiva, ormai, solo il 30 per cento della forza lavoro.
Il “miracolo economico” si presentava come un processo spontaneo, che diede luogo anche a diversi scompensi strutturali: innanzitutto, la distorsione dei consumi, ovvero un’enfasi su beni di consumo privati senza un corrispettivo sviluppo dei consumi pubblici; un aggravamento del dualismo insito nell’economia italiana, per cui da una parte vi erano i settori dinamici, con alta produttività e tecnologie avanzate, dall’altra i settori tradizionali, con grande intensità di lavoro e bassa produttività; infine, l’accrescimento del già drammatico squilibrio tra Nord e Sud.
Il “miracolo economico” si presentava come un processo spontaneo, che diede luogo anche a diversi scompensi strutturali: innanzitutto, la distorsione dei consumi, ovvero un’enfasi su beni di consumo privati senza un corrispettivo sviluppo dei consumi pubblici; un aggravamento del dualismo insito nell’economia italiana, per cui da una parte vi erano i settori dinamici, con alta produttività e tecnologie avanzate, dall’altra i settori tradizionali, con grande intensità di lavoro e bassa produttività; infine, l’accrescimento del già drammatico squilibrio tra Nord e Sud.