Riassunto della pax mongolica

riassunto del racconto della pax mongolica, importante avvenimento storico (7 pagine formato doc)

Appunto di kekkodis

Riassunto della pax mongolica - PARAGRAFO 5.

La pax mongolica favorisce i rapporti commerciali nel continente eurasiatico
Sottotitolo: Nel continente eurasiatico si afferma una civiltà di pastori nomadi
Le steppe immense dell'Asia centrale erano il mondo dei mongoli. Qui essi avevano vissuto per secoli e da qui partirono per creare il più grande impero che si fosse mai visto. Tecniche di combattimento, forme di organizzazione sociale, mentalità e costumi si erano formati nell'ambiente della steppa. Le steppe della Mongolia si chiudono a Nord col deserto del Gobi, dove le temperature rigidissime dell'inverno e le estati calde e asciutte rendono impossibile lo sviluppo di qualsiasi vegetazione. Le grandi distese della steppa, invece, si coprono di erba nella stagione delle piogge, erba che poi si inaridisce quasi completamente per il resto dell'anno.
L'unica attività possibile è quella dell'allevamento del bestiame, a patto però di spostarsi continuamente su un territorio molto vasto man mano che i magri pascoli si esauriscono.

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È così che - adattandosi all'ambiente - le popolazioni della Mongolia svilupparono una civiltà di pastori nomadi. Da tempo immemorabile, la loro vita si svolgeva all'interno della «jurta», cioè una grande tenda cilindrica, fatta con un telo steso sopra una graticciata in legno. La tenda poteva essere facilmente smontata, caricata sul carro e portata altrove, seguendo le variazioni della stagione e le esigenze dei pascoli. Il nomade portava con sé tutto ciò di cui aveva bisogno e si abituava a viaggi lunghissimi in mezzo a una natura ostile. Quel che lo rendeva temibile in guerra era proprio la sua straordinaria mobilità e resistenza, oltre alla capacità di sfruttare tutte le attitudini del suo cavallo, il suo compagno più fidato e importante.
La jurta non si muove isolata; intorno ci sono altre tende, che raccolgono tutte le famiglie legate fra di loro da rapporti di parentela. Questo è l'«ayil», il villaggio di tende, in cui abita il clan. La vita sociale del nomade ignora la città come ambiente dove vivere: la conosce solo come deposito di ricchezze da predare. Lotta contro la città, ma anche coi popoli sedentari di coltivatori, sulle cui terre irrompono periodicamente i pastori-predatori.

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