Rivoluzione Francese e età napoleonica

Riassunto dettagliato della rivoluzione francese e della successiva età napoleonica (12 pagine formato doc)

Appunto di bookte
LE CAUSE DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE LE CAUSE DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE La Rivoluzione francese conclude un'epoca di cambiamenti che parte dalla prima rivoluzione inglese.
Le cause della rivoluzione si trovano nella situazione francese dopo la morte di Luigi XIV nel 1715. L'assolutismo continuò, ma decadde progressivamente perché i successori Luigi XV e Luigi XVI (salito al trono nel 1774) non avevano la stessa capacità di imporre il potere assoluto sul Paese ed erano per questo più deboli. La Francia dal 1715 fu caratterizzata da scontri tra il re e il Parlamento di Parigi (che era un tribunale che giudicava i reati amministrativi e controllava la costituzionalità delle leggi emanate dal re). Questi scontri paralizzavano la vita politica e non venivano più emanate delle leggi, cosa impensabile durante il regno di Luigi XIV.
Inoltre iniziò a delinearsi un grave problema finanziario. Il bilancio dello stato era in deficit, anche se effettivamente la Francia era sempre stata caratterizzata da questo problema. I sovrano proposero allora la tassazione dei ceti privilegiati, clero e nobiltà, che per tradizione non pagavano le tasse. Questo fatto suscitò immediatamente la reazione dei due ceti, che protestarono. Iniziò ad essere avanzata la proposta della convocazione degli Stati Generali, un'assemblea con i rappresentanti dei ceti sociali, convocati l'ultima volta nel 1614 nell'età di Luigi XIII. Il re si oppose alla convocazione e nel frattempo il popolo di Parigi si mobilitò poiché, anche se non coinvolto direttamente nella faccenda, si rendeva conto che si stava avvicinando una crisi di potere. Il popolo iniziò così a scendere in piazza per difendere i propri diritti, essendo favorevole alla convocazione degli Stati Generali e alla tassazione della nobiltà e del clero. Il re così decise di convocare gli Stati Generali nell'estate del 1788, prevedendo la convocazione per il maggio del 1789, perché nel frattempo i deputati dovevano essere eletti. Così il re rinunciò in parte al suo potere assoluto, che ormai stava decadendo. I TRE CETI SOCIALI In Francia, all'epoca della rivoluzione, la popolazione era divisa in tre ceti sociali: la nobiltà, il clero e il terzo stato. I nobili rappresentavano una piccola percentuale della popolazione, circa l'1,5%, ma aveva un grandissimo potere basato sul controllo di latifondi, lavorati dai contadini. Ancora meno numeroso era il clero, che rappresentava circa lo 0,5% della popolazione francese; questa classe sociale aveva però grande influenza sul popolo, ma non si trattava di un ceto omogeneo, essendo composto sia da vescovi che da parroci, i quali solitamente tendevano ad appoggiare le idee del terzo Stato. Questo includeva tutti quelli che non erano né nobili né ecclesiastici, ovvero circa il 98% della popolazione francese. I 25 milioni di persone che facevano parte del Terzo Stato appartenevano all'alta, alla media e alla piccola borghesia (mercanti ed artigiani), alla borghesia delle professioni (medici, avvo