La Spagna di Filippo II, l'Inghilterra di Elisabetta I e le guerre di religione in Francia

Riassunto dei tre capitoli di storia moderna che parlano della Spagna di Filippo II, l'Inghilterra di Elisabetta I e delle guerre di religione in Francia (6 pagine formato doc)

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LA SPAGNA DI FILIPPO II: RIASSUNTO

La Spagna di Filippo II. Il regno di Filippo II - Dopo l'abdicazione dell'imperatore Carlo V, l'impero venne diviso, e suo figlio Filippo II si trovò a regnare su un territorio vasto e disomogeneo, che comprendeva Spagna, Paesi Bassi, i possedimenti italiani e le colonie americane, Franca Contea e Portogallo.
Questi possedimenti erano divisi in province e regni, affidati al governo di vicerè o di governatori.

Al vertice dell'organizzazione dello stato di Filippo II c'era il Consiglio di Stato, che delineava la politica generale, estera ed interna.
Altri Consigli si occupavano di economia, amministrazione, guerra e religione. L'apparato burocratico spagnolo era costituito per lo più da persone che compravano le cariche; quanto più la carica era importante, più la si pagava. Questo sistema era molto comune negli stati dell'età moderna; inoltre permetteva di finanziare le casse pubbliche e di creare un ceto legato alla corona.

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FILIPPO DI SPAGNA: POLITICA ESTERA

Un aspetto fondamentale della politica di Filippo II fu quello di voler unire sotto il cattolicesimo il suo impero, per questo può essere considerato "Il braccio armato della controriforma": egli sostenne pienamente le azioni dell'inquisizione contro eresie e protestanti ma soprattutto contro moriscos (i musulmani convertiti) e i conversos (gli ebrei cristianizzati che praticavano clandestinamente il loro culto), contro i quali furono prese misure persecutorie e a volte venivano anche cacciati dalla spagna. Filippo II esercitò un ferreo controllo sul dissenso religioso, e instaurò il cattolicesimo in Spagna.
Il paese, tuttavia, era molto lontano dallo sviluppo economico: l'artigianato era debole, il commercio non decollava e l'agricoltura si reggeva ancora sui vecchi sistemi feudali e non veniva incentivata con degli investimenti. Tuttavia la ricchezza della spagna era dovuta ai metalli preziosi importati dalle colonie, che permettevano di mantenere un esercito e una flotta formidabili, ma che permise anche di far vivere nel lusso e nello sfarzo la corte, alimentando la mentalità parassita dei ceti nobili.
All'estero Filippo II era impegnato su vari fronti: Nel Mediterraneo contro la flotta degli Ottomani; nei Paesi Bassi contro i protestanti; nelle colonie Americane contro le rivolte degli indigeni e in Portogallo per questioni dinastiche. L'elemento unificante della politica estera di Fily era il ruolo di difensore del cattolicesimo che lui stesso s'assegnava; in quest'ottica la sua prima preoccupazione erano gli Ottomani nel Mediterraneo.

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TUTTO SU FILIPPO II DI SPAGNA

Le scorrerie nel Mediterraneo da parte degli Ottomani divennero sempre più frequenti; tuttavia il fatto scatenante la reazione militare dell'occidente fu la conquista di Cipro. Venezia, lo stato Pontificio e la Spagna costituirono la Lega Santa, la cui flotta sconfisse, il 7 Ottobre 1571, gli Ottomani nella battaglia di Lepanto. Venezia però sottoscrisse con gli Ottomani una pace a parte, cedendo Cipro in cambio di privilegi commerciali. La Spagna si trovò sola contro i Turchi. Successivamente, visto che Filippo II era impegnato anche in altri fronti e gli Ottomani avevano interesse più ad espandersi verso oriente, sottoscrissero una tregua.

I Paesi bassi erano una delle aree economicamente più floride dell'Europa, con un ceto borghese attivo, dinamico e intraprendente. Caratteristica fondamentale di questi stati era la tolleranza religiosa: calvinisti, ebrei, cattolici e luterani convivevano assieme senza attriti. Sotto Carlo V questi territori erano stati governati rispettando le loro caratteristiche e la loro tolleranza; Filippo II, invece, voleva assoggettare al cattolicesimo la popolazione dei paesi bassi, ridimensionandone la libertà. Ciò fece guadagnare a Fily l'opposizione di ogni ceto, da quello aristocratico a quello delle classi popolari.

La rivolta esplose a settentrione dei paesi bassi: i calvinisti, da tempo perseguitati, reagirono violentemente contro chiese, monasteri e clero. Un cortigiano li definì <>; loro assunsero l'insulto come nome, per questo si può parlare di "rivolte dei pezzenti". Fily reagì con la forza, e mandò il suo comandante più forte a sedare la rivolta, il duca D'Alba, che instaurò un regime d'occupazione. Ciò non fece che aumentare l'ostilità nei confronti di filippoII: Guglielmo D'Orange assunse la guida della rivolta e organizzò un esercito per fronteggiare le truppe spagnole. Gli spagnoli si abbandonarono alle più crudeli barbarie, mentre i "pezzenti" si trasformarono in corsari (pezzenti del mare) che saccheggiavano le navi spagnole dirette nei paesi bassi, aiutati in ciò dall'Inghilterra.

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