Storia del '900: riassunto

Riassunto della storia del '900: eventi, ideologie e personaggi che hanno cambiato la storia dell’umanità, dalla Belle Époque alla fine del comunismo

Storia del '900: riassunto
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LA STORIA DEL ‘900: RIASSUNTO

Storia del '900: riassunto
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La belle Èpoque. All’inizio del ‘900 le potenze mondiali erano in una calma apparente.

Ogni potenza voleva impossessarsi di colonie, per cui tra i capi di stato c’era una grande tensione.

Gli imperi si stavano indebolendo sempre più, invece, gli stati (specialmente la Germania) stavano arricchendo.

L’industria si sviluppava e gli operai in gruppi di ispirazione socialista. Grazie allo svilupparsi dell’industria, la società si arricchì e questo portò alla Belle Èpoque.

La Belle Èpoque è un periodo storico, culturale e artistico che si diffuse in Europa tra la fine dell’800 e l’inizio della prima guerra mondiale.

In questi anni tra la gente si diffuse un clima di ottimismo che portò a nuove invenzioni, tra cui l’elettricità, il motore a scoppio, la radio, il telefono, i medicinali e tanto altro.

Per presentare queste nuove invenzioni si pensò di organizzare una mostra, l’Esposizione Universale, a Parigi nel 1889. Il simbolo del progresso tecnologico, quindi dell’Esposizione, divenne la Torre Eiffel.

Progettata da Gustave Alexandre Eiffel, dopo l’Esposizione doveva essere demolita ma poiché fu molto gradita ai parigini, sia per la sua altezza (312 m) sia per la sua linea che sembrava indicare l’ascesa dell’umanità grazie al progresso, si decise di non abbatterla.

Durante la Belle Èpoque anche nel campo industriale ci fu un cambiamento che portò alla Seconda Rivoluzione Industriale. Punto principale di quest’ultima fu il Taylorismo, elaborato dall’ingegnere statunitense Frederick Taylor.

Il Taylorismo consisteva in una rigida divisione del lavoro, a seconda delle fasi di lavorazioni. Il primo ad attuare il Taylorismo fu Harrison Ford, nel campo dell’industria automobilistica. Negli stessi anni oltre alla Ford nacque, in Italia, la FIAT.

La FIAT (acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, denominazione conservata fino al 1918) nacque l'11 luglio 1899 come casa produttrice italiana di automobili, ad opera di Giovanni Agnelli e di diversi altri soci, per poi svilupparsi in numerosi altri settori, dando vita al più importante gruppo finanziario e industriale privato italiano. Ha sede a Torino.

IL NOVECENTO

L'età giolittiana. Anche l’Italia, seppur in ritardo, ebbe un notevole sviluppo sia industriale che sociale. “L’artefice” principale di questo cambiamento fu Giovanni Giolitti, il primo rivoluzionario divenuto prima Ministro dell’Interno, in seguito per le sue idee Presidente del Consiglio.

Le sue idee consistevano in primis nell’aiutare le famiglie italiane e specialmente gli invalidi, le donne, i bambini e gli anziani, in secondo piano, Giolitti attuò una politica isolazionistica nei confronti degli scioperi finchè non si sarebbero placati da soli.

La carica di Premier di Giolitti finì quando nel 1914 diede le sue dimissioni affidando il governo ad Antonio Salandra.

La prima guerra mondiale. All’inizio del 1914 tutta l’Europa era come una “polveriera” pronta ad esplodere. Francia e Germania erano in conflitto per motivi coloniali.

La Gran Bretagna uscì dalla sua solita politica isolazionistica, e si mise anch’essa in lotta per le colonie. Nei Balcani la situazione era simile, infatti l’Austria voleva espandere i propri territori fino in Serbia.

Tra tutte queste tensioni, il 28 giugno 1914 Gravilo Princip, un nazionalista serbo, diede il pretesto per iniziare la guerra: uccise l’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando.

L’Austria, credendo che fosse stata la Serbia ad assassinare l’erede al trono, lanciò un ultimatum di 30 giorni alla Serbia, chiedendole di dimettere tutti i ministri contrari all’Austria e di cessare la propaganda negativa nei confronti dell’Austria.

Essendo un ultimatum troppo umiliante, lanciato appositamente per scatenare la guerra, la Serbia non poté accettare ed il 28 luglio 1914 scoppiò la guerra.

Scattò il meccanismo delle Alleanze. La Triplice Alleanza, formata da Austria, Germania e Italia e alla quale si affiancarono, in seguito, Bulgaria e Turchia.

La Triplice Intesa prevedeva, invece, Francia, Regno Unito e Russia, in seguito vi si unirono Portogallo, Serbia e Giappone.

L’Italia non entrò a far parte dell’Alleanza, poiché una clausola prevedeva l’entrata in guerra di uno stato membro solo se veniva attaccato e non se era lui ad attaccare, come accadde. Questa, però, era solo una scusa, infatti l’Italia non era ancora pronta militarmente.

La Prima Guerra Mondiale fu una cosiddetta “guerra di posizione”, nel senso che le potenze combattevano nelle trincee (fosse ad 1/1,5 metri di profondità) e poiché i soldati vivevano lì, quando venivano lanciate delle bombe accadevano delle vere e proprie stragi.

Le prime trincee vennero scavate in Francia, precisamente nella Marna.

Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò in guerra a fianco della Triplice Intesa, firmando segretamente il Patto di Londra.

La Russia che venne devastata dalla rivoluzione interna, nel 1917 si trovò costretta a ritirarsi dalla guerra poiché non era in grado di fronteggiare entrambe le situazioni. Sempre nel 1917, l’USA entrò in guerra a fianco dell’Intesa, e questo portò alla vittoria dell’Intesa. La guerra cessò il 4 novembre 1918.

IL PRIMO NOVECENTO STORIA

Le dittature europee. Negli anni successivi alla guerra, in Europa, si formarono diverse dittature. La prima fu quella russa di Iosif Stalin risalente al 1917. Seguirono in seguito le dittature di Benito Mussolini e di Adolf Hitler, rispettivamente in Italia e Germania.

Il movimento dittatoriale di Mussolini, chiamato “Fascismo”, si basò molto sulla violenza, tuttavia migliorò la posizione economica e sociale dell’Italia.

La violenza di Mussolini è evidente persino nella sua salita al governo, basti pensare all’assassinio di Matteotti e al rapimento di Gramsci (due suoi oppositori).

Anche Hitler basò la sua dittatura sulla violenza, inoltre egli era anche assetato di potere tanto da far scoppiare la Seconda Guerra Mondiale per accrescere i suoi territori. Nel 1921 fondò il partito Nazionalsocialista, in seguito detto “nazista”.

Hitler volle disperatamente salire al governo per vendicarsi dei soprusi subiti nel primo conflitto mondiale da Francia e Inghilterra e nel 1919 tentò un colpo di stato, ma fallì miseramente. Venne incarcerato per otto mesi, nei quali escogitò strategie di guerra su come impadronirsi del mondo.

Un altro obiettivo importantissimo di Hitler fu quello di eliminare tutti i comunisti e sfruttare le razze non ariane, che in seguito sterminerà.

Nelle elezioni politiche del 1932 Hindemburg si insediò al governo, e nel 1933 fu costretto a nominare Hitler cancelliere ufficiale del Reich. L’anno successivo alla morte di Hindemburg, il capo del governo divenne Hitler, ottenendo così uno dei suoi scopi principali.

Per far si che il secondo scopo venisse raggiunto conquistò prima l’Austria, formando l’Anschluss e in seguito (nel 1936) si alleò con Mussolini, l’Asse Roma-Berlino; in tal modo ottenne l’Italia.

Per rafforzare l’alleanza con il duce, il 22 maggio 1939 Hitler firmò il Patto d’acciaio, che univa profondamente Germania e Italia, anche in caso di guerra.

In Spagna dal 1936 al 1939 ci fu una rivoluzione, e anche lì al finir della rivoluzione al capo del governo si insediò un dittatore: Francisco Franco. Franco per conquistare la Spagna si fece aiutare da Hitler, questi accettò volentieri poiché voleva testare la sua armata.

In pochi mesi rase al suolo diverse città, la più importante fu Guernica (la stessa del celebre dipinto di Pablo Picasso). Dal momento che ebbe successo Hitler diede inizio alla guerra.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Hitler iniziò col conquistare la Polonia, in ogni caso si alleò con la Russia, essendo un grande stratega. Egli doveva conquistare la Polonia, darne metà alla Russia per ottenere in cambio l’assoluzione dalla guerra.

Hitler voleva invadere la Francia, per conquistarla attaccò prima la Scandinavia (sfruttando l’effetto sorpresa), in seguito il Benelux. Così il 10 giugno 1940 entrò trionfante a Parigi conquistando la Francia.

Il maresciallo francese Petain chiese, e ottenne, una piccola parte della Francia e volle formare un governo di collaborazione con il Fuhrer avente sede nella città Vichy. Lo stesso giorno l’Italia (che prima aveva adottato la strategia non belligeranza) entrò in guerra e Hitler le affidò la conquista della Grecia, che però non portò a termine.

Hitler si trovò costretto ad accorrere in suo aiuto altrimenti avrebbe perso anche l’Albania e la Iugoslavia. Il Fuhrer temendo la Gran Bretagna le offrì la pace che non venne accettata, quindi Hitler volle conquistarla.

Dopo tremendi bombardamenti sulle città inglesi e una dura lotta con la Royal Air Force, Hitler fu costretto a battere in ritirata; questa fu per l’Asse la prima sconfitta.

Nel 1940 Hitler e Mussolini si allearono con il Giappone formando così l’Asse Roma-Berlino-Tokyo, e questo non fu certo un bene per il Fuhrer, infatti nel 1941 i giapponesi attaccarono gli americani (che non erano ancora entrati in guerra) tanto da indurli all’entrata in guerra.

La goccia decisiva a far traboccare il vaso la lanciò la Russia. Hitler volle conquistare quest’ultima (con la quale si era alleato in precedenza) e questo la Russia non lo mandò giù; si unì agli Alleati e attaccò la Germania battendola.

La guerra si concluse definitivamente quando gli Alleati accerchiarono la Germania: da nord gli americani sbarcati in Normandia; da sud gli americani sbarcati in Sicilia e da est i Russi che costrinsero i tedeschi alla resa.

Hitler si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945.

La guerra però non era ancora conclusa, infatti restavano i giapponesi non disposti alla resa. A far cambiar loro decisione ci pensarono gli USA, che il 6 e il 9 agosto 1945 lanciarono rispettivamente a Hiroshima e Nagasaki due bombe atomiche.

La guerra cessò e il bilancio fu davvero drammatico: oltre 52 milioni di morti, le cartine del mondo cambiarono totalmente, Berlino venne divisa da un muro, la Germania perse i suoi territori (qualche parte agli americani, ai francesi, agli inglesi e ai russi).

Dopo la guerra onde evitare un ulteriore conflitto mondiale a Jalta, Churchill, Stalin e Roosevelt fondarono l’ONU (un’entità che doveva mantenere la pace tra gli stati membri) e in Italia si formò la Repubblica italiana.  Stalin morì e gli successe Krushev.

LA GUERRA FREDDA

Lo scontro politico e ideologico tra il liberalismo e il capitalismo degli USA e il comunismo dell’URSS provocò la spaccatura del mondo in due blocchi che suscitò tensione soprattutto in Europa, dove era iniziata la “guerra fredda”.

Un clima di sospetto e di timore reciproco oppose i paesi dell’Europa Orientale a quelli dell’Europa Occidentale. Venne sottoscritto il Patto Atlantico e fu costituita la NATO. L’Unione Sovietica costituì il Patto di Varsavia.

LA RIVOLUZIONE CUBANA

Il 2 dicembre 1956 Fidel Castro sbarcò clandestinamente sull'isola di Cuba, dove insieme a Ernesto (detto “Che”) Guevara stabilì una prima base guerrigliera sulla Sierra Maestra.

Nel corso del 1957 il movimento guadagnò terreno, trovando appoggio tra i contadini.

Tra il febbraio e il marzo del 1958 i guerriglieri aprirono due nuovi fronti nelle montagne dell'Escambray e nella Sierra Cristal e, tramite Radio Rebelde, chiamarono la popolazione urbana allo sciopero generale insurrezionale.

L'appello rimase inascoltato, ma la massiccia offensiva scatenata da Batista nell'estate del 1958 nella Sierra Maestra, che coinvolse drammaticamente la popolazione, fallì, provocando l'estendersi della guerriglia nelle province centrali e occidentali dell'isola e il suo collegamento con le forze dell'opposizione clandestina delle città.

Il 7 novembre Fidel Castro lanciò la campagna finale contro le truppe di Batista: in poco più di un mese i partigiani castristi occuparono numerosi centri urbani iniziando l'accerchiamento di Santiago e aprendosi la strada verso L'Avana.

Incalzato dagli eventi, il 1° gennaio 1959 Batista fuggì: il giorno dopo le prime colonne di guerriglieri entrarono nella capitale. Che Guevara venne assassinato in Bolivia il 9 ottobre 1967.

LA FINE DEI REGIMI COMUNISTI

Breznev fece suo il programma della "coesistenza pacifica" nei rapporti con gli USA, ma intensificò la corsa agli armamenti che, insieme con il blocco delle riforme, sottrasse risorse all'URSS e ne causò la crisi economica.

Nei paesi dell'area sovietica impedì con la forza che si realizzassero le spinte al rinnovamento politico ed economico emerse in Cecoslovacchia e in Polonia. II processo di distensione che Gorbacev riprese con l'Occidente portò a una riduzione dell'arsenale  nucleare: questo doveva servire, oltre che a incoraggiare la pace, anche a rinvigorire l'economia.

Dette inizio a un programma di riforme economiche e politiche, e decise di ridurre l'intervento nei paesi del blocco sovietico. Questo facilitò i movimenti di liberazione che portarono in poco tempo al crollo dei regimi comunisti sia nell'Europa orientale, dove fu sciolto il Patto di Varsavia, sia nella stessa Unione Sovietica, dove si verificarono la fine dell'URSS e la nascita della CSI, la Comunità degli Stati Indipendenti.

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