Lo sviluppo economico nel Medioevo e nella prima Età Moderna

Riassunto sullo sviluppo economico nel Medioevo e nella prima Età Moderna (4 pagine formato doc)

Appunto di patti88
Modulo1 Modulo1 Lo sviluppo economico nel Medioevo e nella prima Età Moderna INTRODUZIONE La storia economica ha come oggetto sia gli avvenimenti che i processi economici e può riguardare la congiuntura, cioè una data situazione economica in un determinato momento storico, o i trend, cioè i processi economici che si svolgono in un periodo più o meno lungo.
Il fondatore della storia economica potrebbe essere considerato Adam Smith ma le sue origini vere e proprie si fanno risalire alla seconda metà dell'Ottocento con la formazione della “scuola storica”, secondo cui le leggi dell'economia non sono universali, ma riguardano soltanto determinate contingenze storiche. Esse, perciò, devono essere scoperte attraverso l'analisi dei fatti e non con ragionamenti teorici.
Per l'età medievale le fonti della storia economica sono costituite dai libri di conti delle aziende, dai catasti e dai diari dei mercanti. Tali documenti solo raramente contribuiscono a delineare un quadro più ampio dell'economia di quel periodo. LO SVILUPPO AGRICOLO E I SUOI LIMITI( M1.1-M1.2 ) Lo sviluppo economico del Basso Medioevo fu dovuto al commercio e ai mercanti che furono i principali artefici della crescita delle città. Lopez, un grande storico italiano, definì il loro sviluppo una vera e propria rivoluzione; l'incremento demografico aveva reso possibile il progresso agricolo che fu un prerequisito essenziale della rivoluzione commerciale. Lopez mise l'accento sull'importanza dell'agricoltura, pertanto è giusto dire che il decollo della rivoluzione cominciò in campagna. (tabella) Sappiamo poco anche dell'agricoltura del Basso Medioevo perché la documentazione è molto frammentaria e le informazioni sui raccolti sono rintracciabili solo nei libri degli enti ecclesiastici e privati, mentre non si ha nessun dato sulle terre dei contadini. Grazie alla cessazione delle grandi pestilenze, la popolazione ricominciò a crescere e fu necessario coltivare una più vasta estensione di terre per accrescere la produzione agricola, conquistando nuove terre col disboscamento o con la bonifica delle paludi. La produttività può essere misurata attraverso le rese, che indicano il rapporto tra la quantità raccolta e quella seminata. E' difficile trovare questi dati per serie continue di anni senza che siano influenzati da contingenze particolari. L'incremento demografico, in questa situazione di bassa produttività, poté essere sostenuto solo grazie all'aumento delle coltivazioni visto che in quel periodo gran parte dell'Europa era ancora coperta da boschi e da terre non coltivate. Queste nei primi anni davano raccolti molto abbondanti a causa della fertilità naturale che però si esauriva rapidamente, di conseguenza occorreva dissodarne altri anche se c'era un limite. La bonifica dei terreni paludosi era difficile e i disboscamenti non potevano essere troppo estesi perché anche i boschi offrivano una notevole quantità di alimenti. LA PROTOINDUSTRIA (M1.3) Nel Cinquecento e nel Seicento