Riassunto della Terza guerra d'indipendenza e la questione romana
Sintesi esauriente sulla III guerra d'indipendenza, la convenzione di settembre, la questione romana, il sillabo del pontefice Pio IX e la legge delle guarentigie (2 pagine formato doc)
Riassunto della Terza guerra d'indipendenza e la questione romana - Terza guerra
d'indipendenza
PATTO ITALIA-PRUSSIA - Il generale La Marmora era alleato con la Prussia in funzione antiasburgica: un'attacco da entrambi i fronti, renano e padano, avrebbe costretto l'Austria a cedere il Veneto (acquistando il Veneto inoltre si sarebbe tolto ai mazziniani un tema di rivolta)
L'austria era a conoscenza del patto e temendo l'esercito Prusso offre la cessione del Veneto in cambio di neutralità. La Marmora rifiuta per onore e fedeltà.
Leggi anche La Seconda guerra d'Indipendenza
L'Italia viene sconfitta a Custoza e a Lissa, ma la Prussia vince l'esercito asburgico a Custoza . L'austria cede il Veneto a Napoleone, che fa da intermediario e lo cede all'Italia. 24 agosto 1866
La guerra sostenuta da La Marmora è stata inutile e ciò scatenò polemiche.
L'Italia era stata colpita dalla crisi economica e dalla carestia nelle campagne. Si ebbero agitazioni in tutta la penisola, in particolare a Palermo dove divampò una rivolta, sostenuta da borboni, chiesa e democratici.
Fu necessario l'esercito per domare l'ultima rivolta del mezzogiorno: la miseria e la disperazione sboccarono nell'emigrazione.
Anche in Emilia vi furono disordini, qualche anno dopo, a causa dell'imposta sul macinato
Leggi anche La Prima guerra d'Indipendenza
La questione romana - Alla morte di Cavour Vittorio Emanuele chiamò alla presidenza del consiglio Ricasoli, che proseguì con le trattative diplomatiche col potenfice (come Cavour) ma che fallirono per l'intransigenza del papa.
Leggi anche Dal Congresso di Vienna alla Seconda guerra d'Indipendenza
Dopo Ricasoli venne Rattazzi (di sinistra), molto legato a Garibaldi. Rattazzi incoraggiò, daccordo con il sovrano, l'iniziativa di Garibaldi. 2000 volontari partirono dalla Sicilia per Roma ma l'ultimatum di Napoleone costrinse l'arresto dell'iniziativa e l'azione si ridusse a un breve conflitto in Aspromonte. La rottura con Garibaldi sfociò nel brigantaggio del sud, che dovè essere domato con una guerra.
PATTO ITALIA-PRUSSIA - Il generale La Marmora era alleato con la Prussia in funzione antiasburgica: un'attacco da entrambi i fronti, renano e padano, avrebbe costretto l'Austria a cedere il Veneto (acquistando il Veneto inoltre si sarebbe tolto ai mazziniani un tema di rivolta)
L'austria era a conoscenza del patto e temendo l'esercito Prusso offre la cessione del Veneto in cambio di neutralità. La Marmora rifiuta per onore e fedeltà.
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L'Italia viene sconfitta a Custoza e a Lissa, ma la Prussia vince l'esercito asburgico a Custoza . L'austria cede il Veneto a Napoleone, che fa da intermediario e lo cede all'Italia. 24 agosto 1866
La guerra sostenuta da La Marmora è stata inutile e ciò scatenò polemiche.
L'Italia era stata colpita dalla crisi economica e dalla carestia nelle campagne. Si ebbero agitazioni in tutta la penisola, in particolare a Palermo dove divampò una rivolta, sostenuta da borboni, chiesa e democratici.
Fu necessario l'esercito per domare l'ultima rivolta del mezzogiorno: la miseria e la disperazione sboccarono nell'emigrazione.
Anche in Emilia vi furono disordini, qualche anno dopo, a causa dell'imposta sul macinato
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La questione romana - Alla morte di Cavour Vittorio Emanuele chiamò alla presidenza del consiglio Ricasoli, che proseguì con le trattative diplomatiche col potenfice (come Cavour) ma che fallirono per l'intransigenza del papa.
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Dopo Ricasoli venne Rattazzi (di sinistra), molto legato a Garibaldi. Rattazzi incoraggiò, daccordo con il sovrano, l'iniziativa di Garibaldi. 2000 volontari partirono dalla Sicilia per Roma ma l'ultimatum di Napoleone costrinse l'arresto dell'iniziativa e l'azione si ridusse a un breve conflitto in Aspromonte. La rottura con Garibaldi sfociò nel brigantaggio del sud, che dovè essere domato con una guerra.