Il triennio rivoluzionario e il dominio napoleonico in Italia
Il triennio rivoluzionario e il dominio napoleonico in Italia: il movimento giacobino italiano, la conquista francese dell'Italia, i caratteri del dominio francese, le insorgenze contadine e la fine delle repubbliche, il dramma della Repubblica napoletana, l'attività riformatrice nella Sicilia borbonica (3 pagine formato doc)
IL TRIENNIO RIVOLUZIONARIO E IL DOMINIO NAPOLEONICO IN ITALIA
Il triennio rivoluzionario e il dominio napoleonico in Italia.
Il movimento giacobino italiano - La crisi del movimento riformatore e l’irrigidimento della vita politica favorirono una radicalizzazione dei gruppi intellettuali presenti all’interno degli Stati italiani. Si venne così formando, negli anni 1790-1795, quello che viene solitamente chiamato movimento giacobino italiano (medio ceto borghese, aristocratici innovatori e rappresentanti del basso clero). Si andava da un polo moderato (idee liberali) a un polo radicale (con ideali di democrazia sociale e politica e si ispirava alla Costituzione francese del 1793).Periodo napoleonico in Italia: tesina
NAPOLEONE IN ITALIA: RIASSUNTO
I patrioti (come gli stessi giacobini si definivano):
- avevano la volontà di rompere radicalmente con il passato per aprire un’epoca nuova
- aderivano a ideali di libertà civile politica e religiosa
- affermavano il diritto di proprietà
- volevano ridurre le disuguaglianze sociali
- sostenevano l’importanza dell’istruzione popolare
La conquista francese dell’Italia e le repubbliche.
Napoleone in Italia: riassunto
TRIENNIO GIACOBINO: RIASSUNTO
Il movimento giacobino non era in condizioni di dare vita a una fase rivoluzionaria. Fu invece l’arrivo delle armate francesi a scardinare completamente gli equilibri politici nella penisola: tra il 1796 e il ’99 tutta l’italia continentale cadde sotto il controllo francese. In questo clima sorgevano quattro repubbliche: la Cisalpina, la Ligure, la Romana e la Napoletana. Che di conquista si trattasse i patrioti italiani lo appresero amaramente in occasione della pace di Campoformio (18 ottobre 1797) con la quale, Napoleone, per assicurarsi l’accettazione delle sue conquiste da parte dell’austria, cedeva a Vienna Venezia e il Veneto, come a spartirsi la carta geografica.
I caratteri del dominio francese
Le repubbliche italiane vissero la loro breve esperienza sotto il pesante condizionamento dei francesi. Napoleone impedì anche con la forza che i democratici assumessero la guida dei governi repubblicani:
-imposero alle repubbliche requisizioni e pesanti tributi finanziari
-contrastarono le posizioni dei patrioti
E tutto allo scopo di garantire una situazione politica più facilmente subordinante agli interessi francesi. Al tempo stesso, la presenza francese portò con sé novità di rilievo:
-la stessa forma repubblicana
-adozione di carte costituzionali
-emanazione di importanti leggi modernizzatrici (es. istituzione matrimonio civile..)
L'età napoleonica: riassunto
COS'E' IL TRIENNIO GIACOBINO
Le “insorgenze” contadine e la fine delle repubbliche. Le sconfitte militari dell’armata francese nella penisola e le cosiddette insorgenze (sollevazioni di masse popolari) andarono contro i governi repubblicani. A Cassano d’Adda, i francesi subirono una secca e decisiva sconfitta a opera dell’armata austro-russa del generale Suvorov: il ritiro dei francesi dalla lombardia provocò la caduta della Repubblica Cisalpina. Gli austriaci scatenarono una dura repressione contro i patrioti, così gli austro-russi ripresero il Piemonte.
Il dramma della Repubblica napoletana. Nel giugno 1799 cadde la Repubblica napoletana: le forze francesi lasciarono il Napoletano per contrastare gli austro-russi a nord. Si formò tra l’altro l’”armata cristiana”, organizzata da Ruffo, per combattere francesi e giacobini nel segno della “Santa Fede”. Infine, nel settembre 1799, cadeva anche la Repubblica romana, con l’occupazione della città da parte delle forze austriache.
La “rivoluzione passiva”. Lo storico Cuoco considera il fallimento della Repubblica partenopea una “rivoluzione passiva”: importata dall’estero, che non aveva trovato l’appoggio e suscitato il coinvolgimento delle masse popolari. Era quindi stata subita dal popolo.