Nascita e invenzione del motore a scoppio: riassunto
Riassunto della storia del motore a scoppio: nascita e invenzione dei motori ad energia naturale, animati, pneumatici, idraulici, termici, elettrici e nucleari (8 pagine formato doc)
NASCITA E INVENZIONE DEL MOTORE A SCOPPIO: RIASSUNTO
Nascita e invenzione del motore a scoppio.
I motori a combustione interna, sono anche definiti motori termici, nei quali la combustione avviene internamente. Il motore è una macchina atta ad assorbire l'energia di una sorgente ed a trasformarla in lavoro meccanico. Generalmente i motori non sono fini a se stessi, bensì agiscono su macchine operatrici le quali eseguono lavorazioni utili all'uomo. A seconda del tipo di energia dal quale sono alimentati, i motori si distinguono in: Motori ad energia naturale, Motori animati, Motori pneumatici, Motori idraulici, motori termici, Motori elettrici, Motori nucleari.Nascita e sviluppo del motore a scoppio: tesina
MOTORE A SCOPPIO: RIASSUNTO BREVE
Una ulteriore classificazione viene fatta in base anche al movimento dell'organo principale il motore quindi può essere:
Rotativo ( detti anche motori a fluido )
Alternativo ( motore a scoppio )
Il motore a scoppio è un motore di tipo alternativo quindi volumetrico poi chè il ciclo termodinamico avviene in un volume definiti detto CILINRATA.
CENNO STORICO: Eugenio Barsanti e Felice Matteucci. Nel 1854 Eugenio Barsanti e Felice Matteucci ( fisico ) brevettarono e costruirono il primo motore a combustione interna che abbia mai funzionato.
Tesina sulla rivoluzione industriale e il motore a scoppio
MOTORE A SCOPPIO: FUNZIONAMENTO
L'accensione della miscela avveniva o con scintilla elettrica o piccola fiammella di gas, soluzione quest'ultima presto abbandonata a favore della prima. Da tali esperimenti dedussero che la forza prodotta dalla rapida combustione dava una forte spinta allo stantuffo, che non arrivava però alla fine della corsa se non in due casi: Carica di gas molto elevata e Stantuffo il più possibile libero durante la corsa di andata.
Notarono inoltre che quando lo stantuffo arrivava a "fine corsa" ritornava poi spontaneamente e velocemente indietro. Dedussero quindi che ciò era dovuta alla condensazione dei gas che producevano un vuoto e conclusero che era la pressione atmosferica a far si che il pistone tornasse indietro. Si trattava di un motore verticale a stantuffo libero: lo scoppio, all’interno della camera di combustione, avveniva attraverso una miscela di aria e gas illuminante; ciò, proiettava il pistone in aria e per effetto, della depressione che si generava all’interno del cilindro,lo stantuffo ridiscendeva con un movimento controllato da uno speciale dispositivo a dentiera. Attraverso questi procedimenti, si compiva la così detta corsa motrice.
Sotto è riportata una immagine del motore di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci.