"Sostiene Pereira" di A.Tabucchi
Oltre ai temi della solitudine e della morte, nel romanzo vengono messe in evidenza le crudeltà che, durante i regimi dittatoriali della prima metà del Novecento, erano frequentissime. Recensione del libro "sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi (3 pagine formato doc)
Untitled Recensione Titolo del libro: Sostiene Pereira Nome dell'autore: Antonio Tabucchi Casa editrice: Feltrinelli Prima pubblicazione: 1994 “Sostiene Pereira”, recente opera dell'italiano Tabucchi, narra la vicenda di un giornalista, appunto Pereira, vissuto durante la lunga oppressione dittatoriale di Salazar in Portogallo, dittatura che nel romanzo è fortemente criticata.
Il narratore, a cui il protagonista racconta personalmente la sua storia, è esterno e occulto, ovvero non partecipa alla vicenda e non fa avvertire il suo punto di vista attraverso l'inserimento di commenti personali. La focalizzazione è, invece, interna, in quanto è riportato il punto di vista del personaggio principale. Il protagonista del romanzo è un giornalista cattolico sulla cinquantina (con una discreta carriera alle spalle passata ad occuparsi della cronaca nera di un giornale portoghese), che da qualche tempo segue invece la pagina culturale di un nuovo giornale libero, apolitico (solo teoricamente, poiché il suo direttore è un convinto nazionalista). Pereira, di cui non viene mai fatto il nome, rimasto da poco vedovo di un'amata moglie, malata di tubercolosi, è una persona abitudinaria (e quest'aspetto del suo carattere è sottolineato dallo stile dell'autore che utilizza sempre le stesse espressioni quando si trova a narrare azioni che il protagonista fa abitualmente) ma soprattutto molto sola: in sostanza non ha amici, vorrebbe averne, ma non riesce a fidarsi delle persone che conosce. Per questo gli unici con cui si confida inizialmente sono padre Antonio e la foto di sua moglie. Questa sua solitudine lo porta a rimanere molto legato ai momenti belli del passato, che però gli impediscono di crearsi una vera vita, non legata solo ai ricordi. È piuttosto grasso e le sue condizioni di salute sono aggravate da una grave cardiopatia. Vista la sua situazione presente (la malattia) e quella passata (la morte della moglie, il padre che una volta aveva un'agenzia di pompe funebri), uno dei suoi pensieri più ricorrenti è quello della morte. Proprio da questa comincia la storia raccontata nel romanzo. Era la fine del mese di luglio del 1938 e Pereira si trovava a leggere su una rivista la tesi di laurea di un ragazzo, che trattava appunto della morte. Decise di contattare l'autore della tesi: Monteiro Rossi, cui offrì di collaborare al suo giornale, il “Lisboa”, per occuparsi delle ricorrenze e dei necrologi funebri anticipati di alcuni importanti letterati. Il ragazzo accettò, ma si rivelò subito un non abile giornalista, perché scriveva articoli troppo provocatori nei confronti del regime salazarista o più in generale di quelli dittatoriali che in quegli anni si svilupparono in numerosi Stati europei. Nonostante ciò, Pereira non trovò mai il coraggio per licenziarlo, anzi, lo pagava di tasca propria. Neanche lui si spiegò mai il perché di questo suo atteggiamento, forse lo faceva perché il ragazzo gli faceva tenerezza e perché in quel periodo si