Il sergente nella neve: analisi e recensione
Analisi dettagliata e recensione del libro "Il sergente nella neve" di Mario Rigoni Stern, ambientato in Russia durante la Seconda guerra mondiale (3 pagine formato doc)
IL SERGENTE NELLA NEVE: ANALISI
1) Titolo: Il Sergente nella neve
2) Autore: Mario Rigoni Stern
3) Casa editrice: Einaudi
4) Anno e luogo di pubblicazione: 1953, Torino
5) Genere: Romanzo
6) Epoca: Seconda guerra mondiale, Ritirata dalla Russia
7) Ambiente: Rive del Don, distese innevate e ghiacciate
Il sergente nella neve: riassunto
IL SERGENTE NELLA NEVE: RECENSIONE
8) Caratteristiche dei protagonisti :
Mario Rigoni Stern, è nato ad Asiago nel 1921.
È morto il 16 giugno 2008 ad Asiago
9) Caratteristiche dei personaggi secondari: la compagnia dei tridentini è una storica divisione alpina dell'Esercito italiano, il cui nucleo venne costituito il 7 gennaio 1923 dal 2° Raggruppamento Alpino. L'11 marzo 1926 l'unificazione sotto un unico comando dei Reggimenti 5°, 6° e 7° Alpini e 2° Artiglieria da montagna diede vita alla 2^ Brigata Alpina.
Il sergente nella neve: analisi e trama
IL SERGENTE NELLA NEVE: RIASSUNTO CAPITOLI
10) Trama: Rigoni Stern si trova in un caposaldo sul fiume Don. Sotto al caposaldo scorre il fiume spesso gelato e sulla riva opposta c’è un caposaldo russo. È inverno ed il freddo congela le armi. Le giornate sono monotone: si cerca petrolio per le lampade, si ricontrollano le armi, si fa la polenta che riscalda (un po’) i soldati e ricorda le montagne italiane sulle quali sono cresciuti tutti i reggimenti alpini. A volte è tutto interrotto dal fuoco dei cecchini russi, da brevi incursioni nemiche e da combattimenti con i mortai. Ognuno riceve posta e poiché è Natale anche auguri, cartoline e pacchetti di sigarette e cognac. La situazione non è delle più facili fino a quando il tenente si ammala e le munizioni per i mortai finiscono. A questo punto le infiltrazioni russe iniziano ad essere più frequenti. La pericolosità dei russi aumenta tanto che Rigoni si salva per miracolo da una pallottola che gli s'incastra nella canna del moschetto. Vedendo che le cose peggiorano, arriva l'ordine della ritirata. I battaglioni sono divisi in gruppi che a turno dovranno lasciare il caposaldo e coprire le spalle al gruppo successivo. Tutto procede secondo i piani ed i Russi non accortisi della ritirata non attaccano il caposaldo. Quando viene però il momento di lasciare il caposaldo per Rigoni, egli si blocca, rimane stordito; in quel posto egli lascia molti suoi compagni, molti ricordi e per sfogarsi prima di andarsene scarica un paio di caricatori di un mitragliatore e lancia delle granate. Il gruppo in ritirata si incammina verso le gelide steppe russe nella speranza di non essere trovato dai russi.