"La Chimera" di Sebastiano Vassalli

Autore, trama, sistema dei personaggi,narratore, punto di vista, lingua e stile, confronto con i promessi sposi. (4 pagine formato doc)

Appunto di gman89
SCHEDA DEL LIBRO "LA CHIMERA" Giacomo Martin Liceo scientifico A.
Spinelli Classe IIA 13/05/05 Scheda del libro "LA CHIMERA" di Sebastiano Vassalli Autore: Sebastiano Vassalli Titolo: La Chimera Genere: Romanzo Storico Data di pubblicazione: 1990 Casa editrice: Einaudi L'autore e l'opera Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941. Ha partecipato giovanissimo alle vicende del “Gruppo `63”. Tra le sue opere ricordiamo “Mareblu”(1982), “La notte della cometa” (1984), “L'oro del mondo” (1987), “Marco e Mattio” (1992), “Il cigno” (1993), “3012”(1995). La chimera è un romanzo storico-sociale in quanto l'autore nell'esporre la vicenda inserisce precisi riferimenti storici come date, nomi (es: Filippo II di Spagna, Carlo Borromeo, Manini, Clemente VIII) ed eventi che hanno caratterizzato l'Italia nel 1600 quali la dominazione spagnola e la Controriforma.
Anche il riferimento al Tribunale dell'Inquisizione e ai luoghi (Novara, Zardino, Piazza S. Quirico, Porta S. Gaudenzio) aiutano a capire dove e quando si è svolta la vicenda. Possiamo considerare il libro un romanzo storico anche perché la storia è stata tratta da un manoscritto che testimonia il processo di Antonia. Trama Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, cresce tra le suore e le loro numerose funzioni religiose, la rigida disciplina del convento e la dottrina cattolica. Come tutte le "esposte" (abbandonate) del convento, è destinata ad essere "adottata" da un visitatore qualsiasi. All'età di dieci anni, Antonia è infatti presa in custodia dai due coniugi Nidasio, provenienti da Zardino, nella "bassa" novarese. Il suo arrivo al paese è fonte di voci e pettegolezzi delle comari, che si scandalizzano per la diversità della bambina e per la sua inutilità nella campagna. In realtà Antonia cresce molto bella ed intelligente, suscitando l'invidia di buona parte del paese. Nel frattempo la città di Novara è segnata da avvenimenti importanti: tra questi spicca il vescovado di Carlo Bascapè, uomo dai grandi ideali, inimicatosi con la Roma cattolica e corrotta del tempo e per questo confinato a Novara. Il quale nella sua nuova diocesi cambia radicalmente la vita dei fedeli, costringendoli ad una fede più sincera, meno scaramantica ed esteriore. Inoltre fa sostituire i molti preti e parroci corrotti (quistoni), che si occupavano di attività illecite e non caste. Le sue riforme raggiungono anche Zardino: il vecchio parroco Don Michele è infatti sostituito dal giovane ambizioso Don Teresio, che abitua i paesani a frequenti cerimonie ed offerte in denaro. Antonia viene presto scacciata dall'ambiente della chiesa per aver riso del vescovo Bascapè in visita a Zardino. Da quel momento tiene spesso in pubblico discorsi sull'inutilità dei preti e delle loro "favole" su paradiso ed inferno, atte solo a "spillare quattrini alla povera gente". Inoltre rifiuta proposte di matrimonio di ricchi no