Lo scudo di Talos
Cenni biografici su Valerio Massimo Manfredi, spiegazione del titolo, riassunto dell'opera, contestualizzazione spazio-temporale, analisi dei personaggi, tematiche trattate e giudizio personale (6 pagine formato doc)
AUTORE:
Valerio Massimo Manfredi, nato nei pressi di Modena, laureato in Lettere classiche ha iniziato la sua carriera come docente universitario; ha scritto numerosi testi di carattere storico.
GENERE LETTERARIO:
Romanzo Storico
SPIEGAZIONE DEL TITOLO:
"Lo scudo di Talos" fa parte dell'armatura che apparteneva al re Aristodemo, sovrano dei messeni che prima dell'arrivo degli Spartani abitavano nella Terra del Taigeto. Durante lo scontro con i Lacedemoni, il re sacrificò sua figlia per ottenere la vittoria. Gli dei non furono contenti della sua azione, così i messeni vennero sconfitti e divennero gli schiavi degli Spartani; da allora la spada del re Aristodemo divenne maledetta perché era macchiata del sangue di un innocente. La maledizione della spada poteva essere tolta solamente da due persone: il custode della spada (il nonno di Talos) che conosceva il luogo dove essa era nascosta e il custode delle parole (Karas) che conosceva la formula magica per togliere la maledizione. Un'antica profezia diceva che un giorno un uomo forte e innocente avrebbe amato il suo popolo al punto da sacrificare il suo stesso sangue, facendo risorgere la città morta dei messeni dalle sue rovine; la profezia si avverò quando il custode delle parole liberò la spada dalla maledizione dandola a Talos insieme allo scudo e l'armatura di Aristodemo. Talos guidò il suo popolo alla conquista della libertà con lo scudo nel quale era raffigurato un lupo, simbolo del re Aristodemo e di Talos, il lupo del Taigeto.
Valerio Massimo Manfredi, nato nei pressi di Modena, laureato in Lettere classiche ha iniziato la sua carriera come docente universitario; ha scritto numerosi testi di carattere storico.
GENERE LETTERARIO:
Romanzo Storico
SPIEGAZIONE DEL TITOLO:
"Lo scudo di Talos" fa parte dell'armatura che apparteneva al re Aristodemo, sovrano dei messeni che prima dell'arrivo degli Spartani abitavano nella Terra del Taigeto. Durante lo scontro con i Lacedemoni, il re sacrificò sua figlia per ottenere la vittoria. Gli dei non furono contenti della sua azione, così i messeni vennero sconfitti e divennero gli schiavi degli Spartani; da allora la spada del re Aristodemo divenne maledetta perché era macchiata del sangue di un innocente. La maledizione della spada poteva essere tolta solamente da due persone: il custode della spada (il nonno di Talos) che conosceva il luogo dove essa era nascosta e il custode delle parole (Karas) che conosceva la formula magica per togliere la maledizione. Un'antica profezia diceva che un giorno un uomo forte e innocente avrebbe amato il suo popolo al punto da sacrificare il suo stesso sangue, facendo risorgere la città morta dei messeni dalle sue rovine; la profezia si avverò quando il custode delle parole liberò la spada dalla maledizione dandola a Talos insieme allo scudo e l'armatura di Aristodemo. Talos guidò il suo popolo alla conquista della libertà con lo scudo nel quale era raffigurato un lupo, simbolo del re Aristodemo e di Talos, il lupo del Taigeto.