“L’ambiguo malanno”di Eva Cantarella
Commento e considerazione personali del testo scritto da Eva Cantarella " L'ambiguo malanno"... (2 pagine formato doc)
Relazione Giovanni Bettoni Relazione Giovanni Bettoni “L'ambiguo malanno” di Eva Cantarella Devo ammettere che ero partito totalmente prevenuto all'idea di dovere leggere un saggio riguardante il ruolo della donna in epoca greca e romana.
Pensavo fosse la solita solfa femminista in cui si diceva che le donne erano considerate inferiori e sottoposte alla supremazia dell'uomo. Cominciando la lettura, poi, l'ho trovato interessante e non di parte come credevo. Innanzi tutto viene presentato il ruolo della donna a partire dalla preistoria: essa a quel tempo aveva un ruolo molto importante che era quello di contribuire al sostentamento del villaggio attraverso la raccolta di frutti e erbe; invece l'uomo si occupava della caccia e della pesca. Inoltre la figura femminile, non solo nella preistoria, è stata oggetto di culto come la dea madre, le veneri paleolitiche, le numerose dee del panteon greco e romano, la dea Calì, fino ad arrivare alla figura della vergine Maria, la Madonna che, pur non essendo riconosciuta come dea, è oggetto di grande adorazione nel mondo cristiano quale madre di Gesù Cristo; c'è però una discordanza riguardante la figura femminile in questa religione: infatti la Madonna è largamente venerata ma San Paolo nella lettera ai Corinzi dice che “l'uomo è il capo della donna…l'uomo è immagine e gloria di Dio, la donna è gloria dell'uomo”; San Paolo oltre tutto si contraddice a vicenda dicendo che “né giudeo, né schiavo, né uomo libero, né donna, né uomo” a significare che fra di essi non dovevano più esserci differenze; a proposito di ciò mi trovo più d'accordo con la seconda affermazione; la prima affermazione invece non mi convince molto perché mi ricorda troppo l'idea medioevale che la donna sia strumento del diavolo in contrapposizione poi alla tesi romanticista che la femmina sia una creatura angelica che permette il contatto fra il mondo e Dio. A parere mio trovo che la donna debba avere gli stessi diritti dell'uomo ma che debba anche ricordarsi dei suoi doveri, quindi le due asserzioni sopra riportate mi sembrano troppo esagerate, ritengo che si debba trovare un equilibrio. Non capisco però, cambiando discorso, il perché nel mondo greco l'omosessualità femminile non venisse accettata, mentre invece quella maschile era addirittura approvata perché considerata a scopo pedagogico, e per di più era ben visto il cittadino libero che faceva esperienze omosessuali. Addirittura nel mondo spartano quando i ragazzi venivano addestrati dovevano fare esperienze omosessuali con degli adulti. Penso comunque, anche grazie alla lettura, che la donna, pur non avendo diritti avesse una larga importanza e una sua autorità, basti pensare alle matrone, le quali avevano un luogo riservato nella domus, il gineceo (dal greco γ???=donna), nel quale gli uomini non potevano entrare. Un esempio di gineceo è riportato dall'Iliade in cui Ettore vi entra per cercare la moglie Andromaca; riguardo questa, poi,