Analisi Uno, nessuno e centomila di Pirandello
Uno, nessuno e centomila: analisi dettagliata dell'opera di Pirandello, con notizie sull'autore, contenuto del testo, stile e commento personale (1 pagine formato doc)
ANALISI UNO, NESSUNO E CENTOMILA DI PIRANDELLO
Analisi del testo Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello. Prima del testo: Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1867 e morì a Roma nel 1936. La sua produzione letteraria si colloca agli inizi del ‘900.
“Uno, nessuno e centomila” è il suo ultimo romanzo, che ideò a partire da una novella del 1909 (“Stefano Giogli, uno e due”). Vi lavorò a partire dal 1910, tuttavia fu pubblicato integralmente per la prima volta a puntate sulla “Fiera letteraria” tra il dicembre 1925 e il giugno 1926 e poi in volume da Bemporad, a Firenze nel 1926. E’ quindi un romanzo della maturità e condensa dei temi caratteristici dell’opera pirandelliana.UNO NESSUNO E CENTOMILA: SIGNIFICATO
Il contenuto del testo: Quest’opera appartiene, ovviamente, al genere del romanzo; si tratta però di un tipo di romanzo innovativo, che si distingue dalle tipologie precedenti come quella romantica o verista, è un romanzo innanzitutto psicologico. In esso il protagonista, Vitangelo Moscarda, ha un’importanza assoluta e scrive, rivolgendosi anche al lettore, in prima persona. Può essere considerato un romanzo compiuto nella forma e incompiuto nella sostanza nel senso che in esso le riflessioni del protagonista offuscano la trama e rallentano il ritmo narrativo. Ciò che ha rilievo è la vita interiore del protagonista e non i fatti, che servono soltanto come pretesto.
Uno, nessuno e centomila di Pirandello: riassunto
UNO NESSUNO E CENTOMILA: ANALISI DETTAGLIATA
La tematica preponderante è la frantumazione dell’io, fulcro della filosofia pirandelliana. Tutto sembra finalizzato a dimostrare la relatività e la soggettività dell’esistenza umana. Dopo aver appreso dalla moglie di avere il naso storto, il protagonista sarà soggetto a una perdita d’identità, egli non riesce più a pensare a se stesso univocamente né a riconoscersi nelle maschere molteplici, diverse e fra loro inconciliabili che gli altri gli attribuiscono e si lancia in una spietata distruzione delle false immagini di sé. Avendo quindi appreso che essere centomila significa dunque essere nessuno, approda ad una totale estraniazione ed alienazione da sé. Dal punto di vista letterario il libro occupa un posto importante nella letteratura del primo Novecento anche perché presenta tematiche tipiche di quell’epoca, quali l’inettitudine, lo smarrimento d’identità, la follia e il malessere psichico.
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