"Fosca" di Iginio Ugo Tarchetti
Analisi del romanzo più famoso dello scrittore Iginio Ugo Tarchetti (2 pagine formato doc)
TITOLO:
Fosca
AUTORE: Igino Ugo Tarchetti
TRAMA: Giorgio, narratore e protagonista, era un ufficiale dell'esercito, che dopo 5 anni di travaglio psicologico, racconta su un diario le sue memorie amorose con due donne: Clara e Fosca, le più importanti della sua vita. Lui ritiratosi dalla vita militare a causa di una malattia al cuore, si reca a Milano dove incontra casualmente Clara, donna sposata che si interessa a lui al primo incontro perché lo vede profondamente infelice, poi lo ama con passione.
Durante questo periodo si amarono profondamente, facevano tutte cose che fanno due innamorati: colazione insieme, mangiavano molti confetti (tutti metà per uno), gli piaceva guardare la propria immagine riflessa nelle pupille dell'altro, si facevano delle lunghe passeggiate, si sedevano spesso lungo i ruscelli a vedere scorrere l'acqua, andavano spesso in una capanna disabitata vicino a Porta Magente.
Ma successivamente Giorgio fu richiamato in attività dal comandante del reggimento e dovette lasciare la sua Clara.
Il dolore fu immenso, ma i due si lasciano, promettendosi di scriversi lettere d'amore ogni giorno. Trasferitosi in una città di provincia, di cui l'autore tralascia volutamente il nome, Giorgio conosce il colonnello, capo del servizio a cui egli era stato destinato e, introdotto nella sua casa, che abitualmente invita ospiti, conosce anche sua cugina Fosca.
Fosca è una donna orrenda, ammalata e spesso affetta da convulsioni isteriche, la sua bruttezza è dovuta da una magrezza eccessiva derivante dalla sua malattia di nervi che l'ha consumata.
La sua unica bellezza: i suoi occhi neri e profondi.
AUTORE: Igino Ugo Tarchetti
TRAMA: Giorgio, narratore e protagonista, era un ufficiale dell'esercito, che dopo 5 anni di travaglio psicologico, racconta su un diario le sue memorie amorose con due donne: Clara e Fosca, le più importanti della sua vita. Lui ritiratosi dalla vita militare a causa di una malattia al cuore, si reca a Milano dove incontra casualmente Clara, donna sposata che si interessa a lui al primo incontro perché lo vede profondamente infelice, poi lo ama con passione.
Durante questo periodo si amarono profondamente, facevano tutte cose che fanno due innamorati: colazione insieme, mangiavano molti confetti (tutti metà per uno), gli piaceva guardare la propria immagine riflessa nelle pupille dell'altro, si facevano delle lunghe passeggiate, si sedevano spesso lungo i ruscelli a vedere scorrere l'acqua, andavano spesso in una capanna disabitata vicino a Porta Magente.
Ma successivamente Giorgio fu richiamato in attività dal comandante del reggimento e dovette lasciare la sua Clara.
Il dolore fu immenso, ma i due si lasciano, promettendosi di scriversi lettere d'amore ogni giorno. Trasferitosi in una città di provincia, di cui l'autore tralascia volutamente il nome, Giorgio conosce il colonnello, capo del servizio a cui egli era stato destinato e, introdotto nella sua casa, che abitualmente invita ospiti, conosce anche sua cugina Fosca.
Fosca è una donna orrenda, ammalata e spesso affetta da convulsioni isteriche, la sua bruttezza è dovuta da una magrezza eccessiva derivante dalla sua malattia di nervi che l'ha consumata.
La sua unica bellezza: i suoi occhi neri e profondi.