Fontamara: sequenze, riassunto, personaggi, analisi e commento

Fontamara: sequenze, fabula, riassunto, personaggi, spazio, tempo, tecniche narrative e stilistiche e commento del primo romanzo di di Ignazio Silone (8 pagine formato doc)

Appunto di erika87

FONTAMARA: SEQUENZE, RIASSUNTO, PERSONAGGI, ANALISI E COMMENTO

Fontamara di Ignazio Silone.
Sequenze
•    L’arrivo del Cav.Pelino
•    Le donne vanno al capoluogo per protestare
•    L’incontro con l’Impresario
•    Berardo e il cursore del comune
•    Tutti i cafoni ad Avezzano
•    L’arrivo dei camion
•    La tentata fuga di Berardo
•    La paga e la messa
•    La questione dell’acqua
•    La rivolta di Sulmona e il cambiamento di Berardo
•    Berardo e il figlio di Giuva a Roma
•    Il cavaliere e l’Avezzanese
•    Il carcere
•    La morte di Berardo
•    Il giornale e la fine di Fontamara.

Fabula.

La fabula coincide con l’intreccio.

Fontamara di Silone: trama e caratteristiche

FONTAMARA RIASSUNTO

Riassunto.

Questo libro narra di alcune vicende accadute in un paese inventato nella Marsica, abitato da poveri contadini e in cui da anni non succedeva mai nulla. Ma nuovi fatti sconvolgono l’equilibrio di questo paesino abitato per lo più da “cafoni”, persone povere e ignoranti; in questo libro l’autore denuncia alcuni soprusi che questi cafoni sono costretti a subire dalle persone più potenti di loro. Il primo episodio che racconta è quello della luce, infatti a Fontamara come in altri paesi circostanti nessuno pagava la tassa per la luce e nessuno si azzardava più a chiedere i soldi ai fontamaresi per non ricevere un brutto trattamento. Un giorno però la luce viene tolta e dopo qualche giorno un forestiero arriva in paese, dopo aver rassicurato tutti di non esser venuto a riscuotere alcun soldo invita i cafoni a firmare su un foglio bianco e loro decidono, visto che è gratis, di firmare. Questa firme però gli si ritorceranno conto, infatti, l’impresario un signore molto ricco e visto da tutti come un nemico costruisce un canale che porti l’acqua che va a Fontamara ad irrigare le terre di sua proprietà. Inutili le proteste dei fontamaresi; il forestiero che era venuto al paese mostra le loro firme e con quelle ribadisce che loro hanno acconsentito alla deviazione del corso dell’acqua. In realtà i paesani erano ignari dello scopo di quelle firme nel momento in cui le avevano fatte e raggirati in un modo così meschino protestano vivamente. Per cercare di zittirli l’impresario sceglie tre rappresentanti dei fontamaresi per cercare un accordo, tra cui lo scrittore, ma dopo aver protestato anche loro animatamente per le assurde proposte dell’impresario vengono sostituiti da Don Circostanza che si finge loro amico ma in realtà li raggira. In poco tempo i fontamaresi vedono i loro campi seccarsi per l’assenza di acqua, mentre il ruscello irriga le terre dell’impresario. L’autore descrive molto Berardo Viola e racconta le sue sfortunate vicende e dei numerosi raggiri che ha dovuto subire: tanti anni prima Berardo voleva emigrare in America in cerca di fortuna e così vendette a poco prezzo a Don Circostanza un pezzo di terra ereditato da suo padre, ma era uscita una nuova legge contro l’emigrazione del quale Don Circostanza era al corrente ma Berardo no...

FONTAMARA PERSONAGGI

Personaggi. Non c’è un protagonista ma è l’intero paese con i suoi abitanti ad esserlo; ci sono però dei personaggi che vengono nominati più spesso, come Berardo, e altri che narrano le vicende in prima persona, Giuva, la moglie e il figlio.
Berardo: E’ il portavoce del popolo, uomo sfortunato ma coraggioso, ribelle e disposto a dare la sua vita per un amico. La prima descrizione che lo riguarda parla di un pezzo della sua vita e di quando fu tradito da un amico per il quale Berardo aveva picchiato delle persone:«Egli poteva fare da paciere nella questione dell’acqua per la semplice ragione che non possedeva più terre, né irrigue né secche, e non aveva interessi da spartire con gli altri cafoni. Un buon pezzo di terra che il padre gli aveva lasciato, l’aveva venduto vari anni prima a don Circostanza per pagare le spese di una lite e comprarsi l’imbarco per l’America. Egli pensava allora di emigrare e, trovando fortuna, di non tornare più a Fontamara, poiché era rimasto assai disgustato per un tradimento, come lui diceva, di un uomo di Fossa ritenuto suo amico, ch’egli aveva conosciuto da soldato e col quale in seguito aveva spartito il pane in molte occasioni e stretto grande amicizia»..

Spazio. L’autore non descrive molto i luoghi che vede, le descrizioni sono poche e brevi. La prima è l’unica descrizione lunga e completa e riguarda Fontamara, un  paese sulla montagna e per questo un po’ isolato dal resto del mondo, sembra riflettere la mentalità dei paesani che abitando in un posto isolato non conoscono niente del mondo che li circonda. Nel loro paesino i fontamaresi si sono creati un mondo a se estraneo alle regole della città; paese povero non esiste un cittadino più ricco che abbia una casa più bella e maestosa delle altre, tutte le case si assomigliano e riflettono una stessa condizione sociale. «A chi sale a Fontamara dal piano del Fucino il villaggio appare disposto sul fianco della montagna grigia brulla e arida come su una gradinata. Dal piano sono ben visibili le porte e le finestre della maggior parte delle case: un centinaio di cosucce quasi tutte a un piano, irregolari, informi, annerite dal tempo e sgretolate dal vento, dalla pioggia, dagli incendi, coi tetti malcoperti da tegole e rottami d’ogni sorta. La maggior parte di quelle catapecchie non hanno che un’apertura che serve da porta, da finestra e da camino...

Tempo. Non fa riferimento agli anni in cui si svolge la vicenda ma alla fine della prefazione c’è scritto 1930 perciò si presuppone che il romanzo fa riferimento ai primi anni del Novecento. Il racconto ha un ritmo abbastanza veloce, i piani del tempo non coincidono perché l’autore usa i tempi al passato. Sono presenti alcuni sommari e pause nelle descrizioni.

Tecniche narrative e stilistiche. La tecnica utilizzata è quella dell’io narrante, infatti, il narratore è interno ed è protagonista e testimone delle vicende. Nell’organizzazione sintattica del discorso prevale la costruzione paratattica del periodo: le frasi sono semplici e chiare, i periodi brevi e facili da capire. Il linguaggio adoperato dall’autore è di tipo basso, infatti deve rispecchiare le caratteristiche dei “cafoni”, come l’ignoranza e l’incapacità di esprimersi in un italiano corretto. Il latino e frasi complicate e articolate sono presenti solo quando coloro che parlano sono istruiti e ricchi. L’aggettivazione è abbondante solo nelle descrizioni ed è di tipo oggettivo.