Monsieur Imbrahim e i fiori del Corano

Sintesi del romanzo di Eric-Emmanuel Schmitt, con trama, personaggi, ambienti, commento, riflessioni e note biografiche sull'autore (4 pagine formato doc)

Appunto di skinzia
Trama: Il libro “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano” di E.E.
Schmitt narra la storia di Mosè, ragazzo parigino di undici anni, e della sua amicizia con monsieur Ibrahim, il saggio droghiere da cui si recava ogni giorno. Il loro legame diventava sempre più solido e permetteva a Mosè di evadere dalla sua tetra realtà giornaliera. Infatti il ragazzo viveva con suo padre, un avvocato che con il suo comportamento freddo e il suo atteggiamento di continuo disprezzo e diffidenza verso il mondo rendeva la vita del figlio triste, monotona e senza amore. Inoltre Mosè veniva ripetutamente mortificato dai confronti con suo fratello maggiore Popol, che viveva in qualche angolo del mondo con sua madre.
Se da un lato il rapporto con il droghiere gli riempiva le giornate di felicità, dall’altro lo portava a fare dei paragoni con la sua vita quotidiana,
deprimendosi ulteriormente. 

OSCAR E LA DAMA IN ROSA DI SCHMITT


A causa dello scarso amore che riceveva dal padre, dell’abbandono da parte di sua madre e del senso di rifiuto che lo opprimeva, Mosè sentiva il bisogno di innamorarsi per dimostrare a se stesso che poteva amare ed essere amato e che il fatto che tutti si allontanassero da lui non era dovuto al suo modo di essere. Le sue vicende amorose costituivano l’argomento serale con monsieur Ibrahim, che capiva i tormenti del cuore del ragazzo e gli tramandava alcuni insegnamenti del Corano affinché li applicasse nella sua vita. Un ennesimo abbandono attendeva Mosè: suo padre, dopo essere stato licenziato, si era suicidato. Il ragazzo continuava a vivere come il padre ci fosse stato ancora e aveva deciso di cambiare l’aspetto della sua casa, per renderla meno lugubre. In quel periodo aveva anche ricevuto la visita di sua madre ma si era finto un’altra persona, dicendole che Mosè era partito per lasciare quel posto pieno di ricordi ed incontrare il fratello Popol.
La donna, sconfortata e sconcertata, gli aveva detto che quel fratello non era mai esistito. Nel frattempo monsieur Ibrahim era riuscito ad ottenere l’adozione del ragazzo e, dopo aver comprato un’auto, erano partiti alla volta della Mezzaluna d’oro, terra del droghiere. Mosè in queste terre aveva imparato a pregare nei tekkè e a far scivolare via l’odio che aveva accumulato dentro di sé. Giunti al mare monsieur Ibrahim aveva chiesto al figlio di attenderlo poiché voleva ispezionare la zona. Passata la mezzanotte Mosè, non vedendolo arrivare, era andato nel più vicino villaggio dove lo trovò in fin di vita. Dopo un breve colloquio il droghiere morì, lasciando Mosè nella disperazione. Il ragazzo era tornato a Parigi in autostop e aveva mendicato per non spendere i soldi che un amico gli aveva lasciato. Aveva ereditato tutto ciò che apparteneva a Ibrahim: la drogheria, i soldi e il Corano. La madre continuava a fargli visita, chiedeva notizie di Mosè e lo aveva persino invitato a cena. Si era ricostruito una vita, aveva una moglie e dei bambini che chiamavano nonna sua madre ed era diventato il nuovo droghiere della via che tutti conoscevano.