Nanà di Zola: commento e caratteristiche
Commento e caratteristiche della protagonista del romanzo di Emile Zolà, Nanà (2 pagine formato doc)
NANA' ZOLA: COMMENTO
Commento sul personaggio di Nanà (Emile Zola).
Nanà è il nono romanzo del ciclo che Emilè Zola aveva ideato per offrire una visione completa dei vari strati della società e delle loro caratteristiche. Esso fu il capostipite della scuola naturalista francese, che in seguito si sarebbe esportata nei vari paesi europei e soprattutto in Italia sotto il nome di verismo di cui il principale esponente fu Giovanni Verga.Nanà Coupeau, giovane fioraia fuggita dalla miseria della sua famiglia in una fredda sera d’inverno, è la stessa ragazza dipinta da Manet in uno dei suoi celebri quadri, lo si deduce dalla dettagliata descrizione che ne fa Zola e che coincide con la bella e provocante giovane dalla pelle candida e la chioma rossa ritaratta.
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NANA' ZOLA: ANALISI
Emilè Zola racconta la storia di questa ragazza appartenente a una famiglia di umili origini che diventando attrice e prostituta muta radicalmente il suo stile di vita e conosce ben presto le gioie di una esistenza condotta tra lussi e ricchezze grazie ai suoi facoltosi amanti, e si rivela una donna insaziabile, sempre alla ricerca di nuovi piaceri e capricci da accontentare. Si concede con tale disinvoltura che arriva persino ad avere quattro amanti alla volta, e non si accontenta neanche quando il conte Muffat le dona una casa completa di servitù.
Nanà si fa sempre più arrogante e viziosa, arriva a sperimentare l’amore saffico con Satin, l’amica che aveva lavorato al bordello con lei, e la tradisce persino con delle ragazze di starda. L’unico amore vero che prova è quello per Louis, il figlioletto, la cui morte la conduce in uno stato di depressione che terminerà poi con la morte della stessa Nanà a causa del vaiolo preso sul capezzale di quest’ultimo.NANA' ZOLA: CARATTERISTICHE
Il personaggio è descritto con tale maestria che sembra prendere vita man mano che le pagina scorrono, si arriva a riuscire a supporre i pensieri di Nanà, a conoscerla come fosse reale. Nonostante la bravura dello scrittore nel delineare il carattere della sua Venere, a me non è piaciuta come personaggio, solo inizialmente si è distinta per il coraggio di fuggire alla ricerca di una vita migliore, rivelandosi poi una meretrice immorale e perversa, incapace di provare amore, desiderosa solo di denaro, poco presente come madre e sicuramente di pessimo esempio.
Ritengo che abbia fatto della sua femminilità e avvenenza un abuso, lasciando invece inutilizzato l’intelletto e la razionalità, confermando quindi la visione che all’epoca era molto diffusa di donna come solo oggetto sessuale, da sfruttare e sottomettere. Non è riuscita a lasciare altra traccia di sé, se non per le sue prestazioni e la sua brama, al contrario di un altro personaggio analizzato quest’anno che è Emma Bovary di Gustave Flaubert uno scrittore quasi contemporaneo a Emilè Zola.