Relazione libro Elena, Elena amore mio di Luciano De Crescenzo
Sintesi della trama e analisi dei personaggi (3 pagine formato doc)
RELAZIONE RELAZIONE Cherubino Vitullo Dati bibliografici Autore: Luciano De Crescenzo Titolo: Elena, Elena, amore mio Anno: Casa editrice: Oscar Mondadori Sintesi della trama e storia cornice La storia cornice è l'Iliade dove è ambientata la storia di Leonte, un giovane di Gaudos che parte con il suo maestro Gemonide per ritrovare suo padre, Neopulo l'Onesto, che era partito anni prima della guerra di Troia.
Arrivati ad Ilio Leonte era impaziente di toccare il suolo di Troia, ma Gemonide lo fermò, dato che un'antica storia diceva che il primo a sbarcare sarebbe stato il primo a morire. Il primo giorno di guerra a Leonte andò male: non si ferì, ma alla vista del sangue dei soldati vomitò. Giorni dopo, durante un'accesa discussione in un locale, Leonte e Gemonide fecero la conoscenza di Tersite, un guerriero storpio, basso, buffo, con la testa a pera, che sembrava sapere molte cose su tutti i guerrieri achei; proprio quel giorno Tersite, visto che aveva la brutta abitudine di coprire le persone di infamie, venne bastonato da Ulisse. Tersite raccontò a Leonte delle storie, e quest'ultimo ne rimase affascinato. Tra la maggior parte degli Achei girava la voce che Neopulo fosse morto, ma Tersite riteneva che fosse disperso e sostenne che c'era un mercante frigio che li avrebbe potuti aiutare, ma che costui non sarebbe tornato a Troia prima di due mesi. Il giorno dopo Leonte era determinato a combattere nella battaglia sulla piana di Troia, e Gemonide, preoccupato, gli mise a disposizione una scorta. Dopo uno scontro tra Menelao e Paride si decise di fare due giorni di pausa e Leonte, parlando con il guerriero Artineo, apprese che Evanio, re di Matala, avrebbe potuto avvelenare Neopulo perché in combutta con Antifinio, che era il fratello di Neopulo l'Onesto, che avrebbe ottenuto il trono in caso il fratello fosse morto. Leonte e il maestro Gemonide venenro poi a sapere da Tersite che Evanio e Antifinio si conoscevano ed Evanio era salito al trono proprio collaborando con Antifinio. Gemonide, allora, propose di andare il giorno dopo dall'oracolo Calcante per sapere la verità. Tersite si propose di accompagnarli, cono scendo bene la strada, e così si avviarono di buon mattino su di un carro trainato da due asini. Leonte chiese, giustamente preoccupato, se era vero che sarebbero dovuti passare a due stadi dalle mura di Troia e Tersite rispose che avrebbero preso una strada più lunga, ma più sicura; a questo punto Leonte, che non era proprio un cuor di leone, si preoccupò se avrebbero dovuto passare per la collina di Tymbra, dove risiedeva il feroce popolo dei Misi; tuttavia non ebbero da loro alcun problema. Durante il viaggio Tersite raccontò delle storie a Leonte, che lo ammonì varie volte perché Tersite s'interrompeva proprio quando lui si avvinceva alla storia. Arrivati dall'oracolo, Leonte dovette dare un oggetto appartenuto al padre all'indovino; scelse il suo medaglione, che l'indovino Calcante gettò in un lago, dicendo dopo: “Ha bevuto l'ac