Confronto tra Iliade e Odissea: analogie e differenze

Confronto tra Iliade e Odissea: protagonisti, contesto storico e ideologico, differenze e analogie tra i due poemi.

Confronto tra Iliade e Odissea: analogie e differenze
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Iliade e Odissea: la diversità dei proemi

La maga Circe
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Uno degli elementi che ha portato gli studiosi a pensare che l’Iliade e l’Odissea di Omero fossero stati scritti da autori diversi è il fatto che i proemi di entrambi siano molto diversi l’uno dall’altro; tra loro hanno qualche analogia ma anche differenze che li collocano in diversi contesti temporali e, di conseguenza, ideologici.

ILIADE
Possiamo prendere come esempio le primissime parole: quelle dell’Iliade, “Canta, o dea” e quelle dell’Odissea, “[…] raccontami, o Musa” mostrano la grande differenza ideologica che caratterizza i due poemi: nell’Iliade il narratore esordisce con un’invocazione alla dea e la preghiera di “cantare”. Ciò significa che al narratore, secondo la mentalità del tempo, non si dava alcun merito riguardo la creazione e narrazione di un poema: egli rappresentava solo lo strumento della dea, la quale cantava attraverso lui.

ODISSEA
Nell’Odissea, invece, il narratore  nel proemio ha sviluppato un ruolo più importante: egli esordisce con la richiesta di “raccontare a lui”, un concetto che viene ribadito al verso 10 dove leggiamo: “Anche a noi di’ qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus”. Possiamo quindi osservare come la partecipazione del narratore all’interno del poema racconta di una evoluzione idealistica dell’uomo greco.

Gli elementi in comune

Achille
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Un elemento che accomuna entrambi i poemi è il fatto che i proemi riassumano la vicenda di tutta la narrazione. Inoltre essi descrivono i protagonisti: Achille e Odisseo, tra loro profondamente diversi. Nel proemio dell’Iliade è scritto: “[…] l’ira di Achille Pelide, rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei, gettò in preda all’Ade molte vite gagliarde d’eroi, ne fece il bottino dei cani, di tutti gli uccelli”. Il personaggio di Achille è definito secondo il codice comportamentale del tempo: ci troviamo davanti un grande guerriero senza pietà, capace di raggiungere il proprio kleos (gloria) attraverso la guerra e imprese valorose.

Nel proemio dell’Odissea, invece, troviamo la descrizione di un personaggio profondamente diverso, saggio e altruista. Odisseo viene infatti descritto come: “L’uomo ricco d’astuzie […] che a lungo errò dopo ch’ebbe distrutto la rocca sacra di Troia; di molti uomini le città vide e conobbe la mente, molti dolori patì in cuore sul mare, lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi”.

Odisseo, un eroe diverso

Odisseo è diverso da tutti i personaggi dei poemi dell’epoca: è un personaggio dinamico, che cambia se stesso e le proprie caratteristiche nel corso della storia. Non trascurabile è il fatto che si tratti di un personaggio dotato di più epiteti, mentre eroi di altre narrazioni ne possedevano uno solo. Anche questo ci dice molto della mentalità dell’uomo greco, più aperta ed evoluta rispetto al racconto di Achille.

I personaggi (che non sono altro che la raffigurazione dell’ideale greco del tempo) non sono più statici, non hanno più  caratteristiche fisse.
Nel primo verso dell’Odissea il narratore chiede alla Musa di raccontargli “l’uomo ricco d’astuzie”.

Le differenze tra Odisseo e i precedenti eroi greci

La prova delle diverse qualità di Odisseo rispetto a quelle di altri eroi la troviamo nei versi 3 e 4: “di molti uomini le città vide e conobbe la mente, molti dolori patì in cuore […]”. I verbi “vedere”, “conoscere” e “patire” sono strettamente collegati tra loro: secondo il modo di pensare degli antichi greci, osservando un fatto e soffrendo per esso, si arriva alla conoscenza; in altre parole, dolore ed esperienze vissute portano alla consapevolezza. Ed infatti sappiamo che Odisseo, tra i pregi, ha anche quello di essere saggio ed accorto.

Attraverso il verso 5 veniamo introdotti al concetto dell’altruismo: “lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi”. Come già detto, mentre dall’Iliade emerge il concetto del pensare solo a se stessi pur di raggiungere la gloria, il protagonista di quest’altro poema lotta non solo per sé e la sua gloria ma anche per gli altri.

Nel verso 7, riferito ai compagni di Odisseo, si legge: “per loro propria follia si perdettero, pazzi!”. L’aggettivo pazzo, superbo incosciente lo troviamo spesso nell’Iliade e viene ripreso nell’Odissea, altro elemento che accomuna i due poemi.

Al contrario, l’aggettivo “polìtropo” è del tutto nuovo rispetto al contenuto letterario del poema: il significato letterale è “dalle molte cose”, ovvero multiforme, versatile; molti degli epiteti di Odisseo sono formati dal prefisso “molto, dai molti”. Ecco perché Odisseo, non essendo un personaggio statico, possiede molte caratteristiche, è un personaggio in evoluzione a differenza di eroi che, come Achille, ne possiedono una soltanto (per esempio, “Achille piè veloce”).

Conclusione

In conclusione, possiamo osservare come dal proemio dell’Odissea emerga un concetto di umanità che non troviamo invece nell’Iliade: in quest’ultimo poema si enfatizza il tema della guerra, la strage, l’Ade e la gloria. Nell’Odissea, invece, non viene detto il nome del protagonista nel proemio, ma se ne descrivono le qualità umane.

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