Concetto di sublime in filosofia

Significato del concetto di sublime in filosofia: il pensiero di Kant, Schiller e Burke (1 pagine formato pdf)

Appunto di daviderossi1988

CONCETTO DI SUBLIME IN FILOSOFIA

Il sublime in filosofia.

I primi versi del Genesi, in cui sono descritte la separazione della luce dalle tenebre e la creazione del mondo, sono spesso citati come un esempio di sublime. Questa immagine può introdurre all'analisi di che cosa si può intendere per sublime. Nella riflessione moderna sull'estetica, il termine sublime designa una particolare forma di bellezza. Etimologicamente, sub limen significa ciò che è sospeso all'architrave della porta, e dunque elevato, eccelso. Nella tradizione della retorica classica, sublime era uno stile letterario e oratorio, e precisamente lo stile grande, veemente, terribile, adatto ad argomenti eroici, il cui effetto è di commuovere l'ascoltatore o il lettore.
La riscoperta e le traduzioni moderne, alla fine del seicento, del trattato Sul sublime dello pseudo Longino III, diedero l'occasione alla rinascita di tale concetto.

Sublime e musica: tesina maturità

COS'E' IL SUBLIME

Nel nuovo clima barocco, esso non venne più riferito tanto allo stile retorico, quanto all'effetto che, indipendentemente dallo stile, i grandi pensieri e sentimenti della poesia hanno sulle emozioni dei lettori. L'ambito privilegiato, in cui il sublime si manifesta, è quello del sentimento religioso: la
Bibbia offre infatti mirabili esempi di sublime. Il trasferimento del sublime, dal produttore al fruitore estetico della bellezza, prepara la strada alla fuoriuscita del sublime dall'ambito strettamente poetico in cui era originariamente collocato, estendendolo a tutte le arti e coinvolgendo il problema del giudizio dello spettatore.

Concetto di sublime in arte e letteratura

SUBLIME KANT CITAZIONE

La precisa teorizzazione di questa svolta si ha nel 1790 nella “critica del giudizio” di Immanuel Kant. Sublime è << ciò di cui la sola possibilità di essere pensato dimostra la presenza di una facoltà dell'animo nostro che trascende ogni misura sensibile>>. Tutti gli spettacoli naturali come il
cielo stellato, l'oceano, le montagne, che suggeriscono all'immaginazione l'idea di una grandezza infinita, sono detti sublimi, non perchè questa sia una loro caratteristica intrinseca, ma perchè suscitano nell'uomo quell'inconfondibile commozione estetica, indicata da tale nome. Difficile definire la tonalità sentimentale propria del sublime. Se il bello ha infatti a che fare con il piacevole, il sublime suscita piuttosto un sentimento misto di piacere e dispiacere o di spavento, che esprime un contrasto tra l'oggetto e il soggetto, una contraddizione tra immaginazione e ragione, sensibile e soprasensibile.

Burke: teoria del sublime

IL SUBLIME BURKE

In questa analisi psicologica del sentimento del sublime Kant era stato anticipato da Edmund Burke, autore del saggio “inchiesta sul bello e il sublime”, in cui esso è definito come un orrore dilettevole e posto in relazione con oggetti e temi notturni, tenebrosi, fantastici, evocatori della morte, più che
della vita e dell'eros. Se in Burke prevale il sentimento dell'angoscia e della perdita dell'io come effetto del sublime, per Kant l'esperienza del sublime è quella di un momentaneo impedimento, seguito da una più forte effusione delle forze vitali. Egli non nega il momento della vertigine dell'io di fronte all'infinito o alla potenza e al caos naturale, ma ne fa la premessa di un movimento opposto, di una relazione sentimentale e morale, che si conclude con la riaffermazione dell'io, del soggetto: per quanto superiore all'uomo come potenza, la natura gli è sempre inferiore per dignità.