Parmenide ed Eraclito
Confronto tra il pensiero filosofico di Parmenide e quello di Eraclito, con un commento personale (2 pagine formato doc)
Parmenide
ed Eraclito affrontano due ambiti della filosofia: quello
gnoseologico e quello ontologico.
Il punto di vista gnoseologico è uguale per entrambi mentre per quanto riguarda l' ontologia hanno due visioni completamente opposte.
Entrambi sono convinti che esistono due tipi di conoscenze: sensibile, che è la conoscenza dei sensi, e razionale, che si basa su concetti che prescindono dalla conoscenza sensibile.
La prima è quella che usiamo quotidianamente e afferma che i nostri sensi sono fallaci, e che quindi ci portano a sbagliare. Di conseguenza tutti coloro che vivono di illusioni, cioè la gente comune, vengono chiamati dormienti, mentre i filosofi, che conoscono veramente la realtà, sono gli svegli.
Riguardo questa teoria mi trovo un po' incerta, nel senso che penso che è possibile che i nostri sensi ci possano ingannare ma è anche possibile che non lo facciano. Penso che sia difficile trovare un modo per dimostrare questa teoria e che molto spesso per quanto si cerchi di dare una spiegazione a certe cose non si arriva mai a un risultato attendibile.
Per quanto riguarda l'ontologia io mi avvicino di più all'idea di Parmenide, che nega la molteplicità, il divenire e il non essere, principi sostenuti invece da Eraclito.
Infatti egli afferma che l'unica cosa che accomuna tutte le cose è la loro diversità e da questo deduce che l'essere cambia continuamente e nello stesso momento è e non è.
Eraclito sostiene quindi la legge del divenire, che è il logos, cioè la legge razionale, che dice che se tutto diviene allora non possiede un'identità stabile.
Personalmente non condivido la sua idea perché, come dice Parmenide, qualcosa che non esiste non è neanche pensabile.
Inoltre egli dice anche che il cambiamento non esiste e che è solo un'illusione dei sensi e che la cosa più comune fra tutte le cose è l'esistere e non la diversità, come affermato da Eraclito.
Il punto di vista gnoseologico è uguale per entrambi mentre per quanto riguarda l' ontologia hanno due visioni completamente opposte.
Entrambi sono convinti che esistono due tipi di conoscenze: sensibile, che è la conoscenza dei sensi, e razionale, che si basa su concetti che prescindono dalla conoscenza sensibile.
La prima è quella che usiamo quotidianamente e afferma che i nostri sensi sono fallaci, e che quindi ci portano a sbagliare. Di conseguenza tutti coloro che vivono di illusioni, cioè la gente comune, vengono chiamati dormienti, mentre i filosofi, che conoscono veramente la realtà, sono gli svegli.
Riguardo questa teoria mi trovo un po' incerta, nel senso che penso che è possibile che i nostri sensi ci possano ingannare ma è anche possibile che non lo facciano. Penso che sia difficile trovare un modo per dimostrare questa teoria e che molto spesso per quanto si cerchi di dare una spiegazione a certe cose non si arriva mai a un risultato attendibile.
Per quanto riguarda l'ontologia io mi avvicino di più all'idea di Parmenide, che nega la molteplicità, il divenire e il non essere, principi sostenuti invece da Eraclito.
Infatti egli afferma che l'unica cosa che accomuna tutte le cose è la loro diversità e da questo deduce che l'essere cambia continuamente e nello stesso momento è e non è.
Eraclito sostiene quindi la legge del divenire, che è il logos, cioè la legge razionale, che dice che se tutto diviene allora non possiede un'identità stabile.
Personalmente non condivido la sua idea perché, come dice Parmenide, qualcosa che non esiste non è neanche pensabile.
Inoltre egli dice anche che il cambiamento non esiste e che è solo un'illusione dei sensi e che la cosa più comune fra tutte le cose è l'esistere e non la diversità, come affermato da Eraclito.