Razzismo sociale e culturale: ricerca

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Appunto di lucpr

RAZZISMO SOCIALE E CULTURALE

Il razzismo.

Definizioni. Razzismo.
•    Ogni teoria o atteggiamento che, formulando una graduatoria qualitativa tra razze umane, giustifica, attua e promuove iniziative discriminanti: queste, da forme d'intolleranza di diversa gravità-qualora la matrice razzista sia associata al potere politico - alla persecuzione organizzata e istituzionalizzata e al genocidio. Il razzismo si è dimostrato fenomeno tra i più pericolosi e drammatici degli ultimi cento anni, specialmente per l'azione svolta entro il nazionalsocialismo , teso all'esaltazione della pura razza germanica, e sotto la forma dell'antisemitismo.
•    Tendenza, determinata da vari fattori ambientali, storici e politico-economici, e sorretta da ideologie religiose o nazionalistiche, a non riconoscere la piena uguaglianza naturale delle razze umane e quindi a negare la parità dei diritti civili alle diverse comunità razziali o religiose di uno Stato; in particolare il termine indica la dottrina che vorrebbe dimostrare, con argomentazioni filosofico-scientifiche, la validità di una distinzione fra razze superiori destinate al comando, e razze inferiori destinate alla sottomissione; tale dottrina trovò attuazione politica nel nazismo tedesco, al quale fornì la giustificazione sia delle persecuzioni anti-ebraiche, sia della pretesa al primato politico della Germania.

Le forme di razzismo: relazione

RAZZISMO: RICERCA

Il termine razza ha diversi significati, ancora oggi non completamente distinti l'uno dall'altro.

È stato usato fin dal rinascimento per denotare tratti caratteristici di gruppi sia animali che umani; come è stato usato anche per indicare gruppi privi di affinità ereditarie.
"Razzismo" si riferisce a una visione del mondo che riconduce il comportamento e il carattere degli uomini alla 'razza' cui si asserisce che l'individuo o il gruppo appartenga.

RAZZISMO SOCIALE

ASPETTI SOCIOLOGICI DEL RAZZISMO. Sociologicamente razzismo non significa soltanto riconoscimento di razze diverse, ma anche superiorità di un gruppo su di un altro.
Il razzismo si può considerare un fatto spontaneo, un processo psicologico, generale; infatti questo sentimento nasce anche dal confronto tra i valori di un gruppo con un altro. La grande maggioranza degli individui ritiene che le loro norme, la loro religione, i loro atteggiamenti, i loro valori, le loro abitudini culturali sono giusti e adeguati, mentre quelli degli altri gruppi sono singolari, bizzarri e perfino immorali.
I gruppi umani tendono ad essere etnocentrici cioè ad impiegare acriticamente i propri valori e le proprie usanze per giudicare gli altri gruppi.
Le culture primitive non conoscendo altre forme di vita considerano le proprie norme ed i propri valori i soli possibili e quindi essi stessi come i veri uomini.
Nelle civiltà più evolute c’è la possibilità di comprendere anche altre culture
Il razzismo consiste nel ritenere un altro gruppo inferiore e quindi diviene anche lecito moralmente sfruttarlo ed opprimerlo: non si tratta in fondo di "veri" uomini .
In genere si ritiene che perché il razzismo si sviluppi devono sussistere tre condizioni fondamentali.
1.    Devono esistere due o più gruppi sociali, identificabili attraverso delle caratteristiche fisiche visibili o abitudini culturali.
2.    Deve esistere una competizione tra i gruppi che ha per oggetto il potere, la terra o posti di lavoro.
3.    Il potere deve essere distribuito in modo ineguale tra i gruppi, tanto che uno di essi sia in grado di avanzare pretese sulle risorse limitate a scapito dell’altro o degli altri gruppi.
Quanto più aspra è la competizione tra i gruppi, tanto più negativa è l’immagine che gli uni hanno degli altri. Il gruppo dominante sviluppa delle concezioni razziste sulla presunta inferiorità nel gruppo o dei gruppi di minoranza per giustificare la propria costante supremazia.
Il razzismo si sviluppa facilmente ma difficilmente scompare anche quando ne vengono meno le motivazioni in quanto gli atteggiamenti sociali tendono ad autoconservarsi.

RAZZISMO CULTURALE: SIGNIFICATO

Il termine razzismo si usa quando la discriminazione (Nelson Mandela) è operata sia verso una razza che verso un’etnia.
Ma razza ed etnia sono termini che hanno significati ben chiaramente distinti.
Il termine razza si riferisce alle caratteristiche somatiche dei diversi gruppi umani trasmesse per via genetica. Intesa come concetto biologico la parola razza è priva di un preciso significato: gli individui che popolano la terra, presentano grande varietà di caratteristiche, quali il colore della pelle, la struttura dei capelli, il rapporto tra gli arti ed il tronco, la conformazione del naso, delle labbra e delle palpebre. Ma queste differenze somatiche sono il prodotto dell’adattamento dei gruppi umani all’ambiente in cui vivono.
Tali differenze però sono semplicemente un fatto biologico e per questo non rivestono sociologicamente un interesse particolare: il forte interesse della sociologia per la razza deriva invece dall’importanza che essa assume come fatto sociale. Quindi, dal punto di vista sociologico una razza è costituita da un rilevante numero di persone che per ragioni sociali o geografiche, si sono trovate a vivere insieme per un lungo periodo di tempo col risultato di aver sviluppato delle caratteristiche somatiche identificabili e di considerare se stesso e di essere considerati dagli altri come unità biologica.
Le razze esistono come poli di tendenza ma è difficile distinguerle, perché le differenze e i caratteri sono molto superficiali, minimi e modesti.
Mentre la razza si riferisce esclusivamente a delle caratteristiche somatiche, il concetto di etnia riguarda i tratti culturali e cioè le differenze acquisite per mezzo della cultura.