dei delitti e delle pene, Beccaria
Una personale elaborazione sul tema della pena di morte con riferimenti a Beccaria e Carlotto (3 pagine formato doc)
Untitled È sconcertante.
Più passa il tempo più mi sto rendendo conto di quanto questo compito mi stia mettendo in crisi per quello che ne sta venendo fuori. Ho letto i due libri, come indicato. Mi sono messa di fronte al foglio, e più tento di riflettere più ho bisogno di spiegazioni, di chiarimenti, perché non riesco a capire. Questi libri pagina dopo pagina hanno improvvisamente smontato le mie certezze e rimesso in gioco convinzioni maturate negli anni. Più vado avanti più ho bisogno di sapere. Leggevo, senza trovare una spiegazione. Allora ho sottolineato le parole che non riuscivo a comprendere: vittima, giustizia, diritto, morale, istinto, vendetta, pena, colpa, assassino, uccidere, perdonare, pentirsi. Finito il libro ho scorso con gli occhi l'elenco: di fronte a me leggo parole sentite miliardi di volte, usate miliardi di volte, ed ogni volta con la presunzione di comprenderne appieno il significato. Con l'aiuto di un dizionario ho dato delle semplici definizioni, accorgendomi che queste comprendevano altre parole della mia lista, e mi confondevano ancora di più. È stato allora che ho cominciato a pormi delle domande. COS'è LA GIUSTIZIA? Prendiamo in considerazione che la giustizia rispetta i diritti altrui e da forza esecutiva al diritto (facoltà giustificata da forme morali) e che la morale è la percezione istintiva del giusto e dello sbagliato. Non è dunque l'istinto un impulso naturale, come dice la definizione “non sottoposto alla ragione?” La giustizia non agisce forse attraverso una morale? Parliamo di una vittima… “Siamo noi vittime a essere chiamate a decidere sul perdono” “Lei non è più una vittima…” Carlotto Può essere una vittima chiamata a decidere sul perdono, quindi la rinuncia a vendicarsi? E cos'è la vendetta? Un'offesa o danno compiuto per ripagarne un altro, ma anche un castigo, addirittura una punizione divina, una giustizia… Cos'è allora questa giustizia? C'è chi si vendica e “compie giustizia”, ma in quel momento sta rispettando i diritti altrui? Certo, magari sta attribuendo a qualcuno ciò che esso pensa gli sia dovuto. Allora è questa la giustizia? Ma non seguiva regole morali? Ah, già, dimenticavo, la morale è una percezione personale. “Giustizia da come contrappeso a chi ha sofferto l'apprendimento” Eschilo Noi diremmo “Farsene una ragione”. La metabolizzazione, la razionalizzazione del dolore, capire il perché, la causa. L'apprendimento cura il dolore. Non la vendetta. Ma quante ne abbiamo sentito di: “E' nella loro natura, hanno agito d'istinto”. Per loro era quella la morale. A chi spetta la pena? A un assassino che nello sbagliare ha seguito la sua morale o alla giustizia che nel dargli la pena (danno fisico o morale inflitto per punizione) commette lo stesso errore? Chi decide la pena di morte per un condannato non dovrebbe vedersela inflitta lui stesso sempre per rispettare le stesse leggi? È comunque