Carlo Goldoni
Elaborato sulla vita dell'autore con riferimento alla riforma e a "La locandiera" (2 pagine formato doc)
Venezia,
la città nativa di G, nel periodo precedente alla fiorente
evoluzione teatrale, attraversa una crisi commerciale, che nonostante
ciò determina lo sviluppo di diverse imprese desiderose di investire
nelle attività produttive come il teatro. Di conseguenza la diffusa
civiltà teatrale porta all'allargamento del pubblico in quanto il
teatro non era più ristretto alla classe aristocratica, ma
accessibile anche ai ceti più bassi.
In particolar modo, il teatro si identifica nel trionfo della commedia dell'arte i cui elementi distintivi sono la personificazione di caratteri fissi da parte degli attori e una recitazione improvvisata non seguendo alcun copione scritto. Di solito ogni attore durante la propria carriera non lasciava mai il suo personaggio, per questo vi era una mancanza di originalità nella interpretazione. Inoltre se l'attore capiva che determinate battute divertivano il pubblico, egli insisteva fortemente nel riproporle fino ad annoiarlo.
G assunse uno spirito polemico perché la comicità era caduta in una volgarità buffonesca, le maschere erano ormai stereotipate e avevano nascosto la gestualità e la mimica facciale, vi era una ripetitività nella recitazione per cui le azioni e le battute erano diventate convenzionali e oramai prevedibili: il messaggio della commedia veniva limitato. G era un autentico uomo di teatro che lavorava a contatto diretto con il pubblico e ne conosceva perfettamente umori e bisogni. Da un lato voleva produrre testi che piacessero al pubblico e dall'altro aspirava ad una commedia che fosse verosimile e che riflettesse la società contemporanea.
In particolar modo, il teatro si identifica nel trionfo della commedia dell'arte i cui elementi distintivi sono la personificazione di caratteri fissi da parte degli attori e una recitazione improvvisata non seguendo alcun copione scritto. Di solito ogni attore durante la propria carriera non lasciava mai il suo personaggio, per questo vi era una mancanza di originalità nella interpretazione. Inoltre se l'attore capiva che determinate battute divertivano il pubblico, egli insisteva fortemente nel riproporle fino ad annoiarlo.
G assunse uno spirito polemico perché la comicità era caduta in una volgarità buffonesca, le maschere erano ormai stereotipate e avevano nascosto la gestualità e la mimica facciale, vi era una ripetitività nella recitazione per cui le azioni e le battute erano diventate convenzionali e oramai prevedibili: il messaggio della commedia veniva limitato. G era un autentico uomo di teatro che lavorava a contatto diretto con il pubblico e ne conosceva perfettamente umori e bisogni. Da un lato voleva produrre testi che piacessero al pubblico e dall'altro aspirava ad una commedia che fosse verosimile e che riflettesse la società contemporanea.