Machiavelli
Testo riassuntivo delle opere e delle idee politiche di Machiavelli + riflessione sulla sua attualità (3 pagine formato doc)
Machiavelli fu uno storico, scrittore, drammaturgo, politico e filosofo italiano vissuto tra il 1469 e il 1527 a Firenze, lavorando sotto la protezione medicea.
Le sue due opere principali, i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e Il Principe, hanno basi teoriche comuni, ma mentre nel Principe è posto il problema di fondare uno Stato nuovo partendo dalla virtù di un individuo, nei Discorsi è affrontato il problema della durata e la continuazione dello Stato; nelle due opere sono proposti due diversi tipi di Stato: se un individuo crea uno Stato ex novo questo non può che avere la forma di un principato, ma per permettere la continuazione dello Stato occorre l’appoggio del popolo e un equilibrio fra i poteri che solo la repubblica può garantire. Secondo Machiavelli le forme più stabili e accettabili di Stato sono la monarchia limitata, cioè controllata da aristocratici e popolo, e la repubblica mista, ovvero con un equilibrio interno di poteri tra plebe, borghesia e aristocrazia; per quest’ultima forma di Stato si ispira alla Roma classica, ma afferma anche che i risultati degli antichi non possono essere eguagliati, distaccandosi così dallo sforzo imitativo ottimistico nei confronti del mondo classico proprio degli umanisti suoi contemporanei. Per quanto riguarda tutte le altre forme di potere Macchiavelli riprende la teoria dell’anaciclosi dello storico greco Polibio(202-120 a.C.), ovvero che tenderebbero alla loro forma degenerata: la monarchia alla tirannide, l’aristocrazia all’oligarchia e la democrazia all’anarchia.
Scrisse varie opere, tra le quali La Mandragola, commedia teatrale del 1513, e i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, costituita da una serie di riflessioni di carattere politico sull’opera Ab Urbe Condita di Tito Livio, ma è conosciuto soprattutto per il suo trattato Il Principe, nel quale sono raccolte le sue idee sulla figura di Principe “savio” e capace di essere a capo di uno Stato, che destò da subito l’interesse dei suoi contemporanei e continua tutt’ora a suscitare curiosità.Le sue due opere principali, i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio e Il Principe, hanno basi teoriche comuni, ma mentre nel Principe è posto il problema di fondare uno Stato nuovo partendo dalla virtù di un individuo, nei Discorsi è affrontato il problema della durata e la continuazione dello Stato; nelle due opere sono proposti due diversi tipi di Stato: se un individuo crea uno Stato ex novo questo non può che avere la forma di un principato, ma per permettere la continuazione dello Stato occorre l’appoggio del popolo e un equilibrio fra i poteri che solo la repubblica può garantire. Secondo Machiavelli le forme più stabili e accettabili di Stato sono la monarchia limitata, cioè controllata da aristocratici e popolo, e la repubblica mista, ovvero con un equilibrio interno di poteri tra plebe, borghesia e aristocrazia; per quest’ultima forma di Stato si ispira alla Roma classica, ma afferma anche che i risultati degli antichi non possono essere eguagliati, distaccandosi così dallo sforzo imitativo ottimistico nei confronti del mondo classico proprio degli umanisti suoi contemporanei. Per quanto riguarda tutte le altre forme di potere Macchiavelli riprende la teoria dell’anaciclosi dello storico greco Polibio(202-120 a.C.), ovvero che tenderebbero alla loro forma degenerata: la monarchia alla tirannide, l’aristocrazia all’oligarchia e la democrazia all’anarchia.