Gertrude dei Promessi sposi: descrizione
Descrizione dettagliata del personaggio dei "Promessi Sposi", Gertrude (3 pagine formato doc)
GERTRUDE PROMESSI SPOSI: DESCRIZIONE
Gertrude.
Gertrude è uno dei personaggi de “I Promessi Sposi” di Manzoni, esistito realmente sotto il nome di Maria Anna de Leyva (suor Maria Virginia in convento), di cui abbiamo delle informazioni grazie a Manzoni, il quale le estrasse dagli atti del processo. Il procedimento giudiziario che le fu fatto intorno al 1600 si aprì poiché era accusata di violenze, assassini e prostituzione dopo il quale venne murata viva per diversi anni.Nel romanzo si racconta che quando la madre la aspettava, benché non fosse ancora nata, i genitori sapevano già che avrebbe condotto una vita monacale e, se fosse stato del sesso apposto anch’esso sarebbe diventato monaco.
In lei fu fatta una violenza psicologica poiché da bambina i sui primi giochi rappresentavano delle monache, o santini vestiti da quest’ultime. Quando volevano farle un complimento per la sua bellezza la paragonavano a una madre badessa, e ogni volta che usava qualche modo di fare imperioso le si diceva che quelle maniere non le convenivano e che avrebbe potuto comandar gli altri e fere alto e basso solo quando sarebbe diventata madre superiora. Attraverso tutti questi gesti la si voleva portare ad amare la vita monacale, non facendola apparire come un qualcosa già scelto per lei e senza dirglielo direttamente.
GERTRUDE PROMESSI SPOSI: ANALISI
A sei anni fu mandata in monastero, dove grazie alla nobiltà del padre fu trattata con tutti i riguardi: quelle carezze che le venivano fatte le apprezzava particolarmente, non solo perché quelle attenzioni le facevano piacere, ma anche perché venivano concesse solo a lei; in quel luogo però vi erano anche le monache che la compativano poiché anche loro avevano ricevuto una vocazione forzata.
Gertrude avrebbe percorso la sua “carriera monacale” senza intoppi se fosse stata l’unica ragazza del monastero: alcune delle ragazze che venivano educate assieme a lei sapevano d’esser destinate a matrimonio.
La signorina si vantava spesso del suo futuro da badessa con le sue compagne di educazione credendo di farle invidia, ma con quelle parole non era mai riuscita nel suo intento. Dalle altre ragazze sentiva spesso parlare della bella vita che avrebbero fatto una volta sposate, e i desideri di Gertrude andavano più verso quei racconti che verso il clero. Era sempre più consolata da ciò che le veniva detto da quelle fanciulle: non sarebbe potuta diventare monaca se non avesse acconsentito; con l’aiuto di quelle parole incominciava sempre più spesso a correre con l’immaginazione di quel lieto avvenire. Ma altre idee si contrapponeva a questi pensieri graditi: come dire al padre, di cui aveva tanto timore, che lei non si sarebbe voluta far monaca, poiché considerava la cosa come già fatta? Come avrebbe reagito la madre superiora?
Era diventata talmente gelosa delle ragazze che cominciava quasi ad odiarle e a farle dispetti, tanto che le giovinette cominciarono ad evitarla.
Le monache le diedero il materiale per scrivere una lettera nella quale chiedeva di poter prendere i voti, ma non vedendola tanto convinta di quella scelta le garantirono che se avesse cambiato idea sarebbe stata libera di fare ciò che desiderava. In seguito a questa lettera fu avvertita che sarebbe poi andata alla casa del padre, per adempiere alle procedure che l’avrebbero portata alla vita monacale.
Descrizione della monaca di Monza
MONACA DI MONZA, RITRATTO PSICOLOGICO
Mentre la famiglia pensava già di avere una futura badessa nella loro casa, Gertrude insieme ad amiche fidate cercava il modo di poter fare un passo in dietro per riconquistare la sua libertà.
Le fu consigliato di scrivere una lettera da destinare al padre in cui lo informava della sua decisione ma, alcuni giorni dopo la badessa le comunicò che il padre non era affatto contento della sua decisione, ma se avesse avuto un ottima condotta tutto sarebbe stato dimenticato.
Durante il viaggio che l’avrebbe portata alla casa paterna provava una gioia immensa, e pensava continuamente alla conversazione che avrebbe potuto condurre con padre che poi, come spesso accade, non si verificò.