Canto 7 Inferno: commento sugli avari e prodighi

Canto 7 Inferno: commento e spiegazione sui personaggi degli avari e dei prodighi del settimo canto dell'Inferno di Dante Alighieri (1 pagine formato doc)

Appunto di carlottabaietta

CANTO 7 INFERNO

Commento canto VII. Avari e prodighi sono i protagonisti del terzo cerchio: rispettivamente coloro che in vita hanno pensato solo a guadagnare e coloro che hanno dissipato oltre le loro possibilità.

Le prime parole del canto sono quelle di Pluto, dio delle ricchezze e guardiano del cerchio. Si tratta di termini incomprensibili, che testimoniano la presenza di un personaggio che ha perso i connotati umani: Pluto è stato infatti trasformato in un demone e l’appellativo lupo, di cui farà uso Virgilio per superarlo, ricorda l’immagine della fiera più crudele, già incontrata nel primo canto, la lupa. Dante infatti, in questo cerchio, ancor più che negli altri, vuole invitare l’intera umanità a distaccarsi da questo peccato, che egli aveva già connotato come il peggiore dei vizi e, non a caso, colloca nel terzo cerchio più anime delle altre volte, per ricordare che sulla terra l’avidità è molto diffusa.

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CANTO 7 INFERNO SPIEGAZIONE

Nel verso 36 inoltre dice di avere il cuore compunto, trafitto, non perché prova compassione per la pena di quelle anime, ma piuttosto perché ricorda le volte in cui si è comportato da avaro sulla vita terrena e prova sgomento.

Sono molti altri gli elementi che testimoniano la spregevolezza di questo peccato. La pena a cui sono destinati è quella di correre in cerchio e far rotolare macigni spingendoli con il petto. Al verso 45 si dice che ai due punti di scontro, li divide, separandoli, una colpa contraria “dove colpa contraria li dispaia”. Il significato allegorico è che né gli avari né i prodighi compiono un cerchio completo.

Canto 7 Inferno: parafrasi

AVARI E PRODIGHI INFERNO

Compiere un cerchio completo significa conservare i beni, quando è opportuno conservarli e donarli quando è opportuno donarli. Invece gli avari e i prodighi percorrono solo mezzo cerchio e poi lì si scontrano e si insultano a vicenda. Tutti portano dei pesi, perché sia gli avari che i prodighi vivono la ricchezza come un peso, non con la leggerezza di chi ha ricevuto un dono da Dio ed è lieto di restituirlo a lui. Infine per sottolineare ancor di più la gravità di questa colpa Dante non riconosce nessuno: è la prima volta che accade. Questi infatti hanno trascorso una sconoscente vita, spiega Virgilio, priva di discernimento, cioè di quell’uso dell’intelletto che riconosce il vero bene e lo segue, il che li rende impossibili da riconoscere.