Medea di Euripide
Analisi di Medea di Euripide (6 pagine formato doc)
Medea rappresenta l’irrazionalità contrapposta alla cultura della regione dello Stato ateniese.
Rappresenta una tipologia anomala dello stereotipo della donna ateniese: donna apolide, senza patria e cittadinanza, preferisce infatti le armi e la guerra al dolore del parto: “Preferirei stare 3 volte dietro lo scudo che partorire una sola volta”.
“Bisogna che uno straniero bene si adegui alla città che lo ospita”: modernità nelle parole di Euripide che indicano una linea di comportamento richiesta anche oggi. Medea presenta elementi di arcaicità e costituisce la donna saggia, quindi considerata pericolosa in quanto: 1)esperta di molto malefici (parte razionale); 2)piena di rancore e fame di vendetta (parte istintiva).
Creonte, il padre della giovane sposa di Giasone, ha un “nome parlante”. Si tratta infatti di un aggettivo sostantivato derivante da “Kratos”= potere. La figlia, che secondo la tradizione si chiamava Creusa, sarebbe il femminile del nome del padre.
Il mito racconta che la conquista del vello d’oro fu la difficile prova cui fu sottoposto Giasone dallo zio Pelia, che gli aveva usurpato il trono della Tessaglia. Interessante notare come la figura dello zio, nella letteratura, posso assumere connotazioni estremamente positive (figura paterna) o, al contrario, può divenire il peggior nemico da affrontare. Giasone arruola i più grandi eroi dell’epoca per l’impresa e li imbarcò sulla nave Argo (da qui deriva il nome “la spedizione degli Argonauti”) verso la Colchide. Qui Giasone incontra la principessa Medea che promise di aiutarlo ricorrendo alle sue arti magiche, se lui in cambio la avesse portata in Grecia e l’avesse sposata. Il re della Colchide, Eeta, promise di consegnare quanto richiesto in cambio del superamento di 3 prove: