Chiesa nei Promessi sposi: saggio breve

Saggio breve sulla storia della Chiesa e confronto tra le chiese rappresentate dai personaggi religiosi, don Abbondio e fra Cristoforo, ne "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni (3 pagine formato doc)

Appunto di almont

CHIESA PROMESSI SPOSI: SAGGIO BREVE

Dipolo della chiesa.

Nel corso della storia la Chiesa ha mostrato due facce o polarità. Come accade per i dipoli nella chimica, essa sembra possedere una parte “positiva” e una “negativa”. Questo si evince ricordando gli importanti passaggi storici che la Chiesa ha percorso. Con la fine delle violente persecuzioni da parte dei Romani, il Cristianesimo si diffonde in tutto l’Impero. Nel primo periodo del Medioevo  vive poi momenti di relativa tranquillità: il Cristianesimo si diffonde nell’Europa del nord e dell’est grazie ai missionari che civilizzano ed evangelizzano le popolazioni germaniche.
Prima rilevante frattura del Cristianesimo è la separazione della Chiesa d’Oriente da quella d’Occidente avvenuta nel VII secolo quando la Chiesa ortodossa si dichiara depositaria della ‘vera fede’. I cristiani si riducono di numero e rimangono solo gli anziani.

La religiosità nei Promessi sposi: appunti

FIGURE RELIGIOSE NEI PROMESSI SPOSI

L’azione spirituale di difesa della fede è lasciata solo ai monaci, i quali devono operare in condizioni estreme, sempre più minacciati da vere e proprie persecuzioni. Alla fine del XV secolo la Chiesa vive una profonda crisi morale e spirituale. A livello del papato e dell'alto clero questa crisi si manifesta con l'assunzione di pratiche e comportamenti che niente hanno a che vedere con la fede. I papi non si preoccupano più di difendere la religione ma di preservare il proprio Stato, con continue guerre, e di arricchire se stessi. Concubinaggio e nepotismo sono diffusi a tutti i livelli. La consuetudine di accumulare i benefici ecclesiastici è pratica comune. Il basso clero, pochissimo istruito e senza alcuna preparazione specifica, vive come può (contrabbando, caccia, prostituzione), e contribuisce a fare della religione un insieme di pratiche più vicine alla superstizione che alla fede. Nell’età moderna poi il Cristianesimo vive anche la scissione della Chiesa Protestante, ad opera di Martin Lutero con la pubblicazione delle sue Novantacinque Tesi, di quella Calvinista con Calvino e dell’Anglicana, con re Enrico VIII, mosso più da intenti personali che morali. Questi eventi sono la prova che la Chiesa ha posseduto e possiede tuttora due “polarità”: la Chiesa è ekklesiai, comunità, quindi condivisione e aiuto,  culto e spiritualità che rappresentano il polo positivo. Quello negativo nella storia è stato il carattere bellicoso dei cristiani durante le Crociate e dei papi per l’acquisizione e la difesa dello Stato Pontificio. A partire dal 2012, lo scandalo Vatileaks, la sistematica fuga di documenti riservati riguardanti i rapporti all'interno e all'esterno della Santa Sede, ha fatto emergere le lotte di potere all'interno del Vaticano e alcune irregolarità nella gestione finanziaria dello Stato.

La religione di Manzoni e la sua conversione

I PROMESSI SPOSI E LA CHIESA

Il dipolo della Chiesa è stato messo in evidenza anche in opere letterarie famose come “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. Tra i personaggi del più celebre romanzo della letteratura italiana la religiosità assume svariate forme: si incontrano figure giudicate "negative", da un punto di vista prettamente religioso, dal Manzoni, come Don Abbondio, e altre giudicate "positive", come Fra Cristoforo, che rispecchiano l'ideale di religiosità dell'autore stesso.

Divina provvidenza nei Promessi sposi

CHEISA NEL 600: PROMESSI SPOSI

Il primo ecclesiastico che compare nel romanzo è Don Abbondio, curato nel paese in cui vivono Lucia e la madre Agnese. E' un uomo fragile, insicuro, dominato quasi patologicamente dalla paura. Ha una personalità difensiva e impegna tutta la sua vita ad evitare uomini potenti e vendicativi che potrebbero turbare il precario equilibrio che si è creato. In una società in cui bisognava farsi largo con la forza, Don Abbondio accorgendosi di non avere né coraggio né denaro aveva ubbidito ai parenti che volevano che diventasse prete: non aveva neanche pensato agli obblighi e ai fini della vita ecclesiastica, ma la sua scelta era condizionata semplicemente dal fatto che sarebbe così entrato a far parte di una classe riverita e che avrebbe goduto di qualche agio. In un mondo fatto di gruppi di potere anch'egli, alimentato dalla paura si crea un piccolo spazio; per lui non esistono ideali ma solo il quieto vivere e la vocazione religiosa in lui è praticamente inesistente.