Confronto tra Leopardi e Alfieri: tema
La Canzone di Giacomo Leopardi nelle nozze della sorella Paolina e la Virginia di Vittorio Alfieri a confronto (2 pagine formato doc)
LEOPARDI E ALFIERI
Tema. La Canzone di Giacomo Leopardi nelle nozze della sorella Paolina e la Virginia di Vittorio Alfieri (confronto). Due immagini muliebri stanno qui a significare due idee e due storie opposte: Paolina, da un lato, la tristezza del suo tempo; dall’altro lato, Virginia, la grandezza di Roma antica.
Già da qualche anno il poeta trapassava con il pensiero dal tempo moderno all’antico; e così trasformava poeticamente ogni cosa nobile e bella che gli si affacciasse alla vista: un nuovo monumento a Dante, una nuova scoperta di Mai, una vittoria riportata nel gioco del pallone, il ritorno alla primavera, ne mettevano in moto lo spirito sempre irato con “il suo secolo”, sempre anelante al tempo antico, e sempre più felice nel congiungere l’uno e l’altro con un’arte tutta sua.
Già da qualche anno il poeta trapassava con il pensiero dal tempo moderno all’antico; e così trasformava poeticamente ogni cosa nobile e bella che gli si affacciasse alla vista: un nuovo monumento a Dante, una nuova scoperta di Mai, una vittoria riportata nel gioco del pallone, il ritorno alla primavera, ne mettevano in moto lo spirito sempre irato con “il suo secolo”, sempre anelante al tempo antico, e sempre più felice nel congiungere l’uno e l’altro con un’arte tutta sua.
FIGURA DI VIRGINIA DI ALFIERI
Veramente, quanto al passato, egli ammirava molte cose, diverse tra loro: le favole mitologiche, l’innocenza patriarcale, i costumi cavallereschi e gli ameni errori, tuttavia l’eroismo e l’arte dell’antichità greca e latina restavano per lui il simbolo della potenza e della dignità umana.
Appunto dalla storia romana viene l’ispirazione di questo canto, e l’immagine di Virginia, pur apparendo alla fine, illumina tutta la concezione del poeta; Leopardi infatti vede in Virginia colei che, con il suo sacrificio ridestò i romani e, con accenti che ricordano l’impeto di Alfieri, lamenta l’inerzia degli Italiani.
L’amore della patria e della libertà spronò anche l’Alfieri ad esaltare la figura di Virginia.
Ma come tutti sanno, Vittorio Alfieri si fondò sul racconto di Livio; ma è da notare che riuscì forse meno poetico, quando si accostò maggiormente al suo esemplare. E infatti come poteva dar una nuova vita a quei personaggi così schiettamente e quasi inconsapevolmente eroici?
Come rendere nel suo stile quella vera e propria romanità di affetti e di linguaggio? Ma quando il poeta si allontana dai fatti narrati da Livio, allora, potendo rendere a modo suo ciò che a modo suo o almeno più liberamente, aveva concepito, consegue non di rado i più alti effetti drammatici.
Appunto dalla storia romana viene l’ispirazione di questo canto, e l’immagine di Virginia, pur apparendo alla fine, illumina tutta la concezione del poeta; Leopardi infatti vede in Virginia colei che, con il suo sacrificio ridestò i romani e, con accenti che ricordano l’impeto di Alfieri, lamenta l’inerzia degli Italiani.
L’amore della patria e della libertà spronò anche l’Alfieri ad esaltare la figura di Virginia.
Ma come tutti sanno, Vittorio Alfieri si fondò sul racconto di Livio; ma è da notare che riuscì forse meno poetico, quando si accostò maggiormente al suo esemplare. E infatti come poteva dar una nuova vita a quei personaggi così schiettamente e quasi inconsapevolmente eroici?
Come rendere nel suo stile quella vera e propria romanità di affetti e di linguaggio? Ma quando il poeta si allontana dai fatti narrati da Livio, allora, potendo rendere a modo suo ciò che a modo suo o almeno più liberamente, aveva concepito, consegue non di rado i più alti effetti drammatici.
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CONFRONTO TRA LEOPARDI E ALFIERI
Per tal modo, alla fanciulla romana, che traeva la sua importanza dall’essere figlia di Virginio e sposa ad Icilio, egli diede personalità e azione propria; nella storia, essa non è definita come una eroina, ma piuttosto come una vittima dell’eroico sentimento paterno: a lei la nostra pietà, a Virginio, che l’uccide di sua mano, la nostra ammirazione.
Ma nella tragedia, essa, non meno eroica dei suoi, concorre volontariamente al sacrificio di se stessa per la salute della patria. Già, sin dal principio, ne ha come un presentimento:
“E se pur nullo difensor sorgesse,
Svenarmi qui, pria che menarmi schiava,
Carnefici, v’è forza”.
Poi, sentendo ricordare il nobile atto di Lucrezia, esclama, quasi ansiosa di emularlo:
“E se a svegliar dal suo letargo Roma
Oggi non è pur forza che innocente sangue,
Padre, sposo, ferite: eccovi il petto”.
Ma nella tragedia, essa, non meno eroica dei suoi, concorre volontariamente al sacrificio di se stessa per la salute della patria. Già, sin dal principio, ne ha come un presentimento:
“E se pur nullo difensor sorgesse,
Svenarmi qui, pria che menarmi schiava,
Carnefici, v’è forza”.
Poi, sentendo ricordare il nobile atto di Lucrezia, esclama, quasi ansiosa di emularlo:
“E se a svegliar dal suo letargo Roma
Oggi non è pur forza che innocente sangue,
Padre, sposo, ferite: eccovi il petto”.
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