La dignità dell'uomo: saggio breve
La condizione dell'uomo tra il Medioevo e l'Umanesimo. Saggio breve svolto sulla dignità dell'uomo nella storia (2 pagine formato doc)
LA DIGNITA' DELL'UOMO: SAGGIO BREVE
Tema saggio-breve: La dignità dell'uomo. La visone dell’uomo ha subito numerose metamorfosi nel corso della storia, ma i cambiamenti più drastici e significativi si possono ritrovare a cavallo tra il Medioevo e l’Umanesimo.
Nel medioevo l’uomo era disprezzato per la sua natura, per le sue passioni, per l’attaccamento al mondo e ai beni terreni, che erano considerati vani, inutili ed effimeri.
L’uomo era considerato frutto del disegno divino e tutto ciò che faceva, tutte le sue azioni e i suoi pensieri erano considerati volere di Dio.
Lo scopo dell’uomo era quello di liberarsi di ogni peccato per poter così raggiungere Dio e la beatitudine eterna.
In questo periodo la mente umana era totalmente svalutata perché ritenuta passiva, frutto della volontà divina.
Tema sull'Umanesimo: figura dell'uomo, autori e scoperte
SAGGIO BREVE SULL'UOMO NELL'UMANESIMO
Questa visione pessimistica dell’uomo naturalmente aveva influenzato le lettere del tempo: Dante nella divina commedia; Petrarca che cercava di allontanarsi il più possibile dalle passioni e dai beni terreni; ma l’opera che rappresenta l’indegna condizione dell’uomo è il De contemptu mundi di Innocenzo III.
Il periodo successivo è stato chiamato Umanesimo perché tutto gira in torno all’uomo, che finalmente è visto in modo positivo.
È Manetti che combatte il pessimismo medioevale con il trattato De digitate et excellentia hominis: ci presenta un uomo di bella forma e con grande ingegno, grazie al quale crea sculture, pitture, arti, costruzioni, scienze, lettere e lingue.
Manetti esalta le costruzioni dell’uomo, che sono frutto della sua intelligenza e del suo intelletto, dicendo che dovrebbero essere ritenute da angeli e non da uomini.
Egli definisce anche l’uomo come il più immediato signore delle cose e portatore dell’immagine divina.
Inoltre Manetti elogia la creazione dell’uomo denominandolo guisa della forma del mondo, riprendendo così i Greci, i quali chiamarono l’uomo microcosmo.
Anche Leonardo ne Il Codice Atlantico si rifà agli antichi, i quali lo descrivevano come mondo minore: l’uomo ha come sostegno le ossa, il sangue che circola nelle vene e lo fa respirare è somigliante alla terra che ha come sostegno i sassi, il mare, la cui acqua proviene in parte dai fiumi.
La concezione dell'uomo nell'Umanesimo: saggio breve
DIGNITA' DELL'UOMO: PICO DELLA MIRANDOLA
Un’altra importante tesi è quella di Pico della Mirandola contenuta nell’Oratio de hominis dignitate, il quale definisce l’uomo come opera di natura indefinita ed esalta la sua libertà: l’uomo è libero di crearsi il proprio destino liberamente e in questo modo può degenerarsi come i bruti, ma può anche rigenerarsi nelle cose divine.
Infatti per Pico la condizione umana è quella di non avere condizioni in quanto l’uomo è l’immagine e la somiglianza di Dio e risultato del proprio atto.
Inoltre Pico evidenzia il fatto che a differenza degli animali, che hanno una natura che condiziona il loro essere, l’uomo non ha natura che lo influenza in quanto egli è un essere pensante che utilizza la ragione.
In questo aspetto Pico è molto vicino al contenuto di un brano di Ficino, che presenta l’uomo quasi come un Dio in quanto tutto ciò che esiste dopo la creazione è opera sua.