La disoccupazione in Italia e in Europa: tema

Da sempre il problema della disoccupazione rappresenta uno dei crucci principali dei governi di tutto il mondo. Descrivi come esso viene affrontato in Italia e in Europa. Tema sulla disoccupazione in Italia e in Europa (2 pagine formato doc)

Appunto di xever90

LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA: TEMA

Traccia tema: Da sempre il problema della disoccupazione, soprattutto quella dei giovani, rappresenta uno dei crucci principali dei governi di tutto il mondo.

Descrivi come esso viene affrontato in Italia e in Europa.
Per disoccupazione si intende la condizione di chi “essendo desideroso e capace di lavorare, non trova tuttavia un impiego”.
È una situazione non solo “pesante” dal punto di vista economico, ma anche frustrante e avvilente dal punto di vista psicologico, perché pone la gente in una sorta di complesso di inferiorità che, spesso, porta a considerare se stesso non meritevole, non idoneo, colpevole di qualcosa di cui è reo semmai soltanto il sistema socioeconomico in cui è immerso.

Disoccupazione: tema svolto

TEMA SULLA DISOCCUPAZIONE TERZA MEDIA

Essendo la disoccupazione un fenomeno che, purtroppo, sempre più si va allargando, può essere suddivisa in varie tipologie. Tra le più note, la disoccupazione normale, tecnologica, cronica, ciclica, strutturale e stagionale.
La disoccupazione normale è quella che ogni sistema economico (anche il più efficiente ed organizzato) possiede al suo interno e che concerne quel numero di lavoratori che, avendo lasciato un tipo di lavoro, impiegano giorni o settimane per trovarne un altro. Essendo non solo regolare, quanto quasi necessaria, questa disoccupazione non desta stupore, né richiede interventi esterni per essere eliminata.
La disoccupazione tecnologica è quella determinata, per l’appunto, in un’azienda, dall’introduzione di macchinari e strutture moderne in grado di eliminare il lavoro dell’uomo o, comunque, di ridurlo notevolmente. Ma anche questa forma di disoccupazione può risultare temporanea perché attraverso la fabbricazione di nuove materie prime , ci può essere un riassorbimento di lavoratori.
La disoccupazione cronica  quella perenne o quasi, che non si estingue, cioè, con la fine di un periodo “critico” dal punto di vista della richiesta della manodopera.
Questa forma di disoccupazione, che è la più brutta di tutte, è tipica dei Paesi sottosviluppati e indigenti.

Giovani e disoccupazione: saggio breve

LA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA OGGI

La disoccupazione ciclica si verifica, invece, proprio nei periodi di depressione, nelle “epoche negative” che vedono ristagnare l’economia di una nazione. È quella fase che un saggio governo si impegna a combattere dando lavoro pubblico o incentivi alle imprese che intendono assumere personale.
La disoccupazione strutturale è quella propria di un Paese che, grazie alla sua configurazione naturale geografica o a un basso tasso di sviluppo, non permette alcuna forma di lavoro. A questa disoccupazione si può ovviare con l’emigrazione (fenomeno presente ancora oggi e che in dosi più massicce avveniva in passato) o con un’adeguata politica di sviluppo economico che crei imprese e industrie, favorendo il progresso.
La disoccupazione stagionale, infine, è la disoccupazione che si verifica in determinati periodi dell’anno e che è in stretta relazioni con le stagioni e i settori produttivi (l’agricoltura, l’edilizia, il turismo).

Tema sulla disoccupazione

CAUSE DELLA DISOCCUPAZIONE IN ITALIA

Nel nostro bel Paese -e in Europa, in generale- il tasso di disoccupazione ha subito un calo progressivo e confortante nel corso degli ultimi vent’anni.
Se in passato una buona fetta della popolazione era costretta ad emigrare in Paesi più ricchi e floridi per cercare lavoro ottenendo, alla fin fine, soprattutto impieghi poco redditizi, oggi il numero degli emigranti si è molto ristretto. Le possibilità di reperire un’occupazione anche “sotto casa” si sono ampliate. E, d’altra parte, grazie alla crescente scolarizzazione, i potenziali lavoratori coltivano aspirazioni consone al loro titolo di studio.
Il fatto, ad esempio, che sempre meno persone sia disposte ad esercitare mestieri “umili” e dedicarsi, così, all’agricoltura o all’artigianato, è un fattore che va ad accrescere sicuramente la disoccupazione.

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