Tema su San Francesco e Jacopone
Tema che pone a confronto la religiosità medievale di San Francesco e di Jacopone da Todi, sottolineando le differenze e le analogie (2 pagine formato doc)
TEMA SU SAN FRANCESCO E JACOPONE
Tema argomentativo. uomo medievale e spiega, attraverso i riferimenti ai testi da te letti, il diverso sentimento che anima la religiosità di San Francesco e di Iacopone da Todi e le loro contrastanti concezioni del mondo.
Nel periodo medievale si formano due sentimenti religiosi contrapposti, i cui maggiori esponenti sono san Francesco e Iacopone da Todi, che elaborano rispettivamente una religiosità serena e una religiosità cupa.
Consegna: Immagina di essere un Nel periodo medievale si formano due sentimenti religiosi contrapposti, i cui maggiori esponenti sono san Francesco e Iacopone da Todi, che elaborano rispettivamente una religiosità serena e una religiosità cupa.
San Francesco fu il fondatore dell’ordine dei Francescani, un ordine monastico che predicava l’amore per la natura e per tutte le creature, in quanto furono create da Dio; scrisse vari testi, tra cui il Cantico delle Creature, che nacque come un inno di ringraziamento al Signore per aver creato tutte le entità naturali.
ANALOGIE E DIFFERENZE TRA SAN FRANCESCO E JACOPONE DA TODI
San Francesco e i suoi seguaci diffondevano un tipo di religiosità sereno, che voleva aiutare il prossimo e i deboli, che puntava sulla fratellanza delle creature e voleva creare una speranza per un futuro migliore, in cui l’odio, la violenza e la corruzione di quel periodo non avrebbero avuto posto, ma avrebbero regnato l’amore, l’amicizia, la giustizia, ecc.
Tutti questi aspetti della religiosità di san Francesco possono essere tratti dal Cantico delle Creature.
Dalle prime strofe san Francesco loda il Signore definendolo “Altissimu, onnipotente” e dicendo che solo a Lui spettano tutte le lodi, la gloria e le benedizioni; la lode continua per tutto l’inno, ripetuta dall’anafora “Laudato si’, mi’ Signore”, ogni volta seguita da motivazioni diverse.
L’io lirico pone l’accento sulla fratellanza delle creature anteponendo ai nomi personificati delle entità (“Sole”, “Luna”, “Vento”, “Aqua”, “Focu”, “Terra”) i sostantivi “frate” e “sora”; inoltre usa aggettivi che esprimono tutte le loro qualità positive e che riportano alla mente immagini di serenità e di splendore: “bellu”, “radiante” (riferiti al Sole), “clarite”, “pretiose”, “belle” (riferite alla Luna e alle stelle), e così via.
Particolare è la lode a Dio per la morte corporale, che non è vista in senso negativo, semplicemente come un evento ineluttabile che non costituisce un pericolo per coloro che osservano i comandamenti divini ma che condanna alla dannazione coloro che non sono nelle grazie di Dio.
Tutti questi aspetti della religiosità di san Francesco possono essere tratti dal Cantico delle Creature.
Dalle prime strofe san Francesco loda il Signore definendolo “Altissimu, onnipotente” e dicendo che solo a Lui spettano tutte le lodi, la gloria e le benedizioni; la lode continua per tutto l’inno, ripetuta dall’anafora “Laudato si’, mi’ Signore”, ogni volta seguita da motivazioni diverse.
L’io lirico pone l’accento sulla fratellanza delle creature anteponendo ai nomi personificati delle entità (“Sole”, “Luna”, “Vento”, “Aqua”, “Focu”, “Terra”) i sostantivi “frate” e “sora”; inoltre usa aggettivi che esprimono tutte le loro qualità positive e che riportano alla mente immagini di serenità e di splendore: “bellu”, “radiante” (riferiti al Sole), “clarite”, “pretiose”, “belle” (riferite alla Luna e alle stelle), e così via.
Particolare è la lode a Dio per la morte corporale, che non è vista in senso negativo, semplicemente come un evento ineluttabile che non costituisce un pericolo per coloro che osservano i comandamenti divini ma che condanna alla dannazione coloro che non sono nelle grazie di Dio.
Il pianto della Madonna di Jacopone da Todi: parafrasi
RELIGIOSITA' DI JACOPONE DA TODI
Nonostante il messaggio di speranza di san Francesco si sia diffuso in quasi tutta l’Europa del XIII secolo, la visione del mondo da parte dell’uomo medievale non era spesso così ottimistica.
In quel periodo si pensava che Dio, in quanto essere trascendente, si trovasse in una dimensione diversa da quella reale, che era considerata effimera e imperfetta; l’uomo quindi tendeva, per sua intrinseca natura, a raggiungere il cielo, ma era frenato dal peso dei propri peccati. Quindi, secondo questa mentalità, bisognava rinnegare tutto ciò che era fonte di perdizione, come i piaceri, e occorreva mortificare il corpo con il digiuno, l’astinenza dal sonno, le punizioni corporali e diventando oggetto di beffa.
In quel periodo si pensava che Dio, in quanto essere trascendente, si trovasse in una dimensione diversa da quella reale, che era considerata effimera e imperfetta; l’uomo quindi tendeva, per sua intrinseca natura, a raggiungere il cielo, ma era frenato dal peso dei propri peccati. Quindi, secondo questa mentalità, bisognava rinnegare tutto ciò che era fonte di perdizione, come i piaceri, e occorreva mortificare il corpo con il digiuno, l’astinenza dal sonno, le punizioni corporali e diventando oggetto di beffa.
CONCEZIONE RELIGIOSA DI SAN FRANCESCO
Seguendo questo atteggiamento, definito ascetico, l’uomo medievale poteva sperare di giungere infine alla vita eterna nel regno di Dio, lontano dal mondo reale che era pieno di sofferenza, tristezza e violenza.Questa linea di pensiero fu adottata dal francescano Iacopone da Todi; uno dei tanti motivi per cui egli elaborò una visione del mondo così cupa fu probabilmente la morte della moglie, avvenuta a causa di un crollo, quando ancora non aveva preso i voti e conduceva una vita spregiudicata.
I testi di Iacopone insistono molto sul contemptus mundi, il “disprezzo del mondo”, come si può ben notare da una sua opera in particolare, “O signor per cortesia”.
I testi di Iacopone insistono molto sul contemptus mundi, il “disprezzo del mondo”, come si può ben notare da una sua opera in particolare, “O signor per cortesia”.
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