Hip hop

Commento su di un articolo de La Repubblica sulla lingua rap. (4 pagine formato doc)

Appunto di gagliazzina
Il testo letto si intitolo “la lingua rap” 16/05/05 Commento: Il testo letto si intitolo “la lingua rap”.
Una persona che conosce, il mondo hip hop sa che ciò che viene riportato gia sulle prime righe dell'articolo: “esprimersi è diventato ormai una fatica immane:questo ho notato nella scuola della periferia romana dove insegno” non c'entra affatto con questa cultura. Il rap ho meglio l'hip hop(in quanto il primo è solamente uno dei modi in cui si esprime l'hip hop)nasce proprio negli anni 70 quando i ragazzi dei ghetti di New York si sentono talmente oppressi che trovano naturale inventarsi qualcosa per tornare alla vita, crescere come individui, coltivando qualcosa che li stimolava nuovamente. L'hip hop non comprende solo il rap ossia la musica fatta dagli Mc che cantano in rima sui ritmi skrecciati dai Dj, essi sono dei veri e propri poeti che donano versi all'innamorata non diversamente da petrarca o dante e in più vogliono gridare le loro idee difendendo quello in cui credono con dolci rime e parole taglienti.
L'hip hop comprende anche i Writers coloro che dipingono su treni o muri la propria tag,ossia il proprio speudonimo, eseguendo dei veri e propri capolavori. Ovviamente ciò è illegale,infatti pochi giorni fa sono stati arrestati tre ragazzi di Genova, appunto perchè esprimevano la loro arte li su un vagone invece che su di un foglio. Ed infine ci sono i breker ragazzi che praticano la break dance, che deve il suo nome al modo di mixare i dischi interrompendone bruscamente il girare, basata su evoluzioni acrobatiche e sullo snodamento mimico del corpo. Continuando a leggere il giornalista dice che per i propri ragazzi è diventato addirittura difficile spiegare cosa si è fatto il pomeriggio precedente,un pensiero,un'emozione. Il rap tramite la musica e soprattutto le parole riesce a trasmettere sensazioni uniche. Per capire meglio cosa intendo ho portato un testo di un brano musicale di cui non vi dico il titolo in quanto questo non appare mai nel testo della canzone,(uscendo cosi fuori dai canoni tradizionali)ma fa capire lo stesso ciò di cui si parla: “Ci son momenti in cui non ne hai più, e cerchi quelle giuste per tirarti su, a volte ne hai spese troppe per riaverle indietro travisate e distorte, a volte sono vuote, a volte piene di sostanza, ci sono quelle vere, quelle di circostanza. Se una tira l'altra rischi che finisca a male, ne basta una di troppo per sforare. C'è chi vuole avere l'ultima, chi usa quella di Dio per una causa stupida, io le metto in rima e ci son soltanto loro tra noi come Mina. Voglio impararmene ancora, si, voglio usarle per combattere, fino all'ultima ora,finchè ce n'è. Se ne avessi una sola, io, la userei per combattere, fino all'ultima ora. Quando due sono poche tre sono troppe, tu impara quelle chiave per aprire le tue porte, poi tutti son capaci a far volare quelle grosse ma ricordati che i fatti parlan sempre più forte. A volte, il silenzio non ha prezzo e pure