Il lazzaretto dei Promessi sposi: descrizione
Tema sulla descrizione del lazzaretto de I promessi sposi di Alessandro Manzoni (2 pagine formato pdf)
LAZZARETTO PROMESSI SPOSI
Il lazzaretto. Il lazzaretto era il luogo nel quale, nel XVII secolo, venivano isolati i colpiti da malattie contagiose. Manzoni. Renzo infatti, che vi si reca in cerca di Lucia, resta in un primo momento stupefatto: le persone sono stese un po dappertutto, c'è chi geme, chi si lamenta, i convalescenti, gli inservienti e poi i ministri. E a proposito di questi è da rilevare l'osservazione che fa il Manzoni, e che esistevano due modi per reagire alla vista di tanta sofferenza: con l'indurimento del cuore, oppure accrescimento della pietà fino a limiti sovrumani.
E', dato il numero dei malati, doveva risultare assolutamente brulicante durante la peste descritta dal LAZZARETTO PESTE
E di questi esempi egli ce ne dà parecchi: dall'abnegazione di padre Cristoforo e padre Felice, alla scena delle donne che allattano i bambini rimasti orfani. Ce n'è per esempio una che rimane impressa, proprio perché è stata colta dal Manzoni in un momento particolare, quasi in un fotogramma: mentre allatta un bambino non suo, guarda lontano con l'espressione di chi ricorda il proprio figlio morto. Non sembra perciò che lo scrittore abbia lui stesso inventato quella figura, ma che si sia trovato, come per caso, lì ad osservarla, come cioè avrebbe potuto vederla Renzo. E sopra il Lazzaretto, a sottolineare l'atmosfera di disperazione e di morte, ecco un cielo cupo e nebbioso, che avvicina molto questa scena ad una dell'Inferno dantesco. Il tempo è descritto con tale cura, da far pensare ad un vero e proprio elemento simbolico. Vi sono nuvole basse, che incombono con la loro presenza opprimente, esattamente come l'epidemia in quel momento incombe sugli uomini; si odono tuoni cupi e brontolìi, non c'è un filo d'aria e perfino le rondini che si avvicinano al Lazzaretto, fuggono via spaventate.
IL LAZZARETTO DEI PROMESSI SPOSI: DESCRIZIONE
E la descrizione prosegue ancora con tanta minuzia, che quasi vediamo il Manzoni registrare attentamente, ai suoi tempi, una simile atmosfera e poi trasferirla, al momento della stesura del romanzo, in una scena che certo gli pareva la più adatta. Sembra che il cielo opprima ogni vivente e aggiunga non so quale gravezza all'esistenza stessa.
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