Lucrezia secondo Macchiavelli
Analisi del personaggio di Lucrezia, protagonista di una novella di Macchiavelli (1 pagine formato doc)
Machiavelli dipinge molti personaggi
nelle sue opere, ma quello più verosimile al suo pensiero può
essere considerata Lucrezia, che incarna la condizione di vinto e
vincitrice, o in termini più appropriati a Machiavelli,
perfettamente buona e allo stesso tempo onorevolmente cattiva.
Molti critici hanno tentato di esaminare questa donna con diversi esiti; secondo Luigi Russo essa è la "vera eroina della moralità Machiavelliana". Nonostante non sia un esempio di singolare moralità, essa si adegua alla società, uscendone alla fine vincitrice., come afferma anche Giulio Ferrone. Al contrario Gennaro Sasso la dipinge come una donna spregevole, indegna di essere considerata dal momento che è soltanto una succube della madre, del marito, e di Callimaco infine, e se la fortuna l'aiuta, è solo perché anch'essa è un incarnazione di debolezza, che cede al primo accenno di una forza maggiore.
Questa è sicuramente una visione più veritiera se considerata al passo con i nostri tempi, ma al tempo di Machiavelli, una donna che si addentrava in una relazione immorale senza farsi condizionare da tutte le chiacchiere che si sentiva intorno, aveva sicuramente spirito e forza d'animo, qualità necessarie per avere successo.
Lucrezia è consapevole delle sue azioni non giuste, e nel complesso della commedia appare come il personaggio più savio e capace, nonostante la corruzione che la circonda, a partire da due delle principali istituzioni che dovrebbero essere incorruttibili: la famiglia e la chiesa. La madre e il prete di famiglia tenteranno di convincerla a tradire il marito con la consapevolezza dello stesso, e lei inizialmente cede; si trova poi una svolta della situazione, in cui è lei stessa che decide per se.
Ed è proprio la sua capacità di autogiudizio, e di libere scelte a darle un rilievo, perché in una corrente di pensiero dove una femmina non poteva neanche scegliersi il proprio marito, una novità, una ribellione da chi non potrebbe farla, poteva forse, secondo Machiavelli, smuovere il popolo sottomesso.
Molti critici hanno tentato di esaminare questa donna con diversi esiti; secondo Luigi Russo essa è la "vera eroina della moralità Machiavelliana". Nonostante non sia un esempio di singolare moralità, essa si adegua alla società, uscendone alla fine vincitrice., come afferma anche Giulio Ferrone. Al contrario Gennaro Sasso la dipinge come una donna spregevole, indegna di essere considerata dal momento che è soltanto una succube della madre, del marito, e di Callimaco infine, e se la fortuna l'aiuta, è solo perché anch'essa è un incarnazione di debolezza, che cede al primo accenno di una forza maggiore.
Questa è sicuramente una visione più veritiera se considerata al passo con i nostri tempi, ma al tempo di Machiavelli, una donna che si addentrava in una relazione immorale senza farsi condizionare da tutte le chiacchiere che si sentiva intorno, aveva sicuramente spirito e forza d'animo, qualità necessarie per avere successo.
Lucrezia è consapevole delle sue azioni non giuste, e nel complesso della commedia appare come il personaggio più savio e capace, nonostante la corruzione che la circonda, a partire da due delle principali istituzioni che dovrebbero essere incorruttibili: la famiglia e la chiesa. La madre e il prete di famiglia tenteranno di convincerla a tradire il marito con la consapevolezza dello stesso, e lei inizialmente cede; si trova poi una svolta della situazione, in cui è lei stessa che decide per se.
Ed è proprio la sua capacità di autogiudizio, e di libere scelte a darle un rilievo, perché in una corrente di pensiero dove una femmina non poteva neanche scegliersi il proprio marito, una novità, una ribellione da chi non potrebbe farla, poteva forse, secondo Machiavelli, smuovere il popolo sottomesso.