Il Messaggio, Parini

Tema molto dettagliato sull'ode del Parini verso la bellezza (2 pagine formato doc)

Appunto di ciccitb87
Parini, “Il Messaggio” Parini, “Il Messaggio” Il Messaggio è una lirica che fa parte delle Odi, opera che il Parini non pubblicò mai.
Mentre le prime Odi hanno carattere illuministico, morale ed umanitario, le ultime sembrano avere la funzione di portare all'uomo un messaggio di dignità, di affetto a di bellezza. È proprio quest'ultimo il tema del Messaggio, un tema neoclassico; così quest'ode può essere considerata un inno alla bellezza femminile che viene sentita dal poeta sia come consolazione alla sua vecchiaia, sia come simbolo di una superiore armonia umana, dolce dono della vita che riempie lietamente l'esistenza. Secondo il gusto classicistico, la lirica è scritta molto minuziosamente, con lento procedere dei versi, soprattutto nella parte in cui vengono descritte le dolci forme della donna.
Protagonista, ed ispiratrice, di quest'opera è Nice, giovane donna che diventa il simbolo di bellezza e giovinezza eterna. L'ode comincia quando “l'inclita” Nice manda un servo a chiedere “novelle” sull'infermità del poeta che lo costringe “al letto infelice”; infatti egli sente subito il cuore che gli si anima nel petto udendo quel bel nome (bello per l'immagine che quel nome evoca nell'animo del Parini). Con brevi periodi descrive le sue sensazioni: il sangue scorre più velocemente nelle vene, viene invaso da un calore penetrante, arrossisce, perde la parola ed invano tenta di rispondere qualcosa di sensato. Ora “soletto”, viene invaso da uno straordinario diletto, accompagnato dall'immagine di lei che stupisce l'autore per la sua bellezza. Così nei successivi CINQUANTATRE (!!!) versi il Parini si abbandona in una contemplazione molto minuziosa della bellissima donna apparsa nella sua fantasia, attento a non tralasciare alcun dettaglio rendendo i versi molto descrittivi. Le forme della donna si presentano una dopo l'altra (“mobil scender con lucid'orme”), una più bella dell'altra, tanto che l'ampia veste non riesce a celarle completamente. L'immagine diventa sempre più nitida; si passa dalle braccia ai capelli alle mani, paragonate a fiori, che ispirano al poeta il desiderio di baciarle. Proseguendo nella descrizione troviamo riferimenti mitologici quasi a significare la natura divina della donna. Continua così la sua contemplazione fino a che il Parini non tenta di afferrare l'immagine “tanto pareggia il vero”. Così il poeta ritorna bruscamente alla realtà; vuol far intendere al volgo che la sua non è una banale infatuazione senile, ma la contemplazione di un dolce dono della vita. A questo punto l'autore esprime i suoi ideali morali (“il mio Genio”): l'oro, il successo e gli onori che ne conseguono, non susciteranno mai quella gioia che riescono a suscitare “di natura i liberi doni ed affetti”, quali sono per il Parini l'amore coniugale e la serena vita familiare. Questi versi (vv.1-96) sono colmi di aspetti classicistici: con s