San Francesco nel canto XI del Paradiso: tema

Tema svolto sul personaggio di San Francesco nel canto 11 del Paradiso della Divina commedia di Dante Alighieri (2 pagine formato doc)

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SAN FRANCESCO NEL CANTO XI DEL PARADISO DI DANTE: TEMA

Tema.
Il personaggio di San Francesco nel canto XI del paradiso della Divina Commedia di Dante. La vita di San Francesco di Assisi è una vita poema.
L’eroismo e l’umiltà si confondono in questa vita meravigliosa. Egli ama e serve i lebbrosi ed affronta la superba presenza del sultano di Egitto, ferma e doma il feroce lupo di Gubbio; chiede genuflesso la benedizione a frate Ginepro, fonda missioni, ordini nuovi, edifica chiese e conventi, consiglia re e papi, ed ascolta con religiosa attenzione il canto dei rosignuoli, parla ai fiori ed alle stelle, alle cicale ed ai falchi, al fuoco ed al vento, all’Amore ed alla Morte, chiamando tutti fratelli e sorelle.
 
 

SAN FRANCESCO CANTO XI

In tempi di crudeltà e ferocia versa sull’Italia un raggio di alta poesia, rinnova la tradizione evangelica, e pare uscito ora dalle catacombe. È il Cristo del Medioevo, il nuovissimo Orfeo che doma e muove il duro sasso dei cuori umani. In una società basata sulla guerra e sulla forza, risuscita la santa fratellanza evangelica. Appassionato e ascetico, eroe e poeta, egli è il più italiano di tutti i santi. Egli fu popolarissimo, e l’arte si ispirò con il più alto entusiasmo alla poesia della sua vita; infatti i due più grandi artisti del 1300 ritrassero con intelletto d’amore questa gentile figura di santo angelico; Dante gli eresse un eterno monumento di gloria nel canto XI del Paradiso dove san Tommaso esalta il Poverello, narrandone l’umile e gloriosa esistenza; Giotto dipinse nella chiesa di Assisi i fatti della vita del Santo, togliendo i concetti dall’Alighieri, raffigurando personificate le più grandi virtù del Santo e le nozze mistiche di lui con la Povertà.
 

CANTO 11 PARADISO, SAN FRANCESCO: TEMA

L’Alighieri delinea l’una accanto all’altra le due figure di San Francesco e di San Domenico che appaiono più belle per il contrasto, “l’uno serafico in ardore, l’altro che per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore”. L’immagine del Santo fu oggetto della contemplazione del Poeta, che ne risentì i mistici affetti e le rivide viva fra i suoi monti, dove soltanto sembra poter campeggiare nella semplice e pura bellezza.    
La figura dantesca di San Francesco è animata dal genio che crea, e più ancora forse dal sentimento che vivifica; in essa è il fremito di un’anima, vi è il profondo pensiero di Dante, rivelato dalla luce possente della parola. Nel poema, l’immagine del Poverello spicca sul ridente paesaggio di Assisi, sul dolce declivio del Subasio, dove la città si stende tra folti boschi, affacciandosi sulla amplissima fertile pianura, che, come un mare, non ha confini per l’occhio.